Nutrie, i danni aumentano

Mercoledì 12 Maggio 2021
Nutrie, i danni aumentano
AMBIENTE
ROVIGO Continua l'allarme nutrie nella campagna polesane. È un vero e proprio grido di disperazione quello che arriva dagli agricoltori che si trovano a combattere con la devastazione di terreni e fossati. «Ogni due anni siamo tenuti a investire fino a ottomila euro per ripristinare le arginature dei fossati, la cui manutenzione sarebbe in realtà a cura delle autorità consortili, danneggiate dalle nutrie - spiegano i proprietari dell'azienda agricola La Campagnola di Ceregnano - questi animali bucano gli argini per farsi le loro tane e il rischio concreto è che a lungo andare, qui frani tutto. Si pone dunque un problema di assetto idrogeologico».
LA RICHIESTA
Oltre, naturalmente, ai danni che questi animali provocano alle colture, negli appezzamenti agricoli. «Non siamo nelle condizioni di lavorare in completa sicurezza - spiegano gli agricoltori - gli enti competenti sono chiamati a trovare una soluzione a tale criticità, prima che sia troppo tardi. Per esempio, procedendo con un programma generale di sterilizzazione e di contenimento insieme. Già la situazione è oggettivamente difficile a motivo del Covid, se poi dobbiamo inserire a bilancio ulteriori uscite per risezionare i fossi, la questione è destinata a diventare addirittura drammatica, da ogni punto di vista».
Sono stimate in 220mila le nutrie in Polesine, per un totale di circa mezzo milione di euro di danni all'anno. «Numeri impressionanti - afferma il direttore della Cia di Rovigo, Paolo Franceschetti - che danno la cifra dell'annosa criticità cui le istituzioni devono dare una risposta concreta».
CATTURE E ABBATTIMENTI
Il punto dal quale occorre partire per impostare qualsiasi tipo di azione è il Piano di gestione nazionale della nutria, predisposto dal ministero dell'ambiente e dall'Ispra. Nel documento sono sintetizzati i metodi di intervento finalizzati al contenimento delle nutrie. Fra questi, la cattura in vivo tramite gabbie o trappole è il più indicato: risponde ai requisiti di buona selettività, efficacia e ridotto disturbo. Tuttavia le gabbie, una volta attivate, devono essere controllate da parte degli addetti autorizzati una volta al giorno nei mesi autunnali e invernali, due in quelli più caldi. Vi è anche la possibilità dell'abbattimento diretto con arma da fuoco, sempre da parte di selecontrollori titolati.
«Parallelamente agli interventi di eradicazione - prosegue Franceschetti - vanno avviati sistemi di rapida allerta nel caso di nuove colonizzazioni. Le nutrie si muovono in maniera subdola. Solitamente costruiscono delle tane vicino alle arginature, le quali, inevitabilmente, cedono in caso di transito dei trattori e dei mezzi agricoli in generale. Alla perdita dei raccolti si aggiunge, dunque, un pericolo per l'agricoltore stesso e per l'intero equilibrio idrogeologico».
Oltre a questo, hanno un potenziale riproduttivo molto elevato: la femmina può venire fecondata durante tutto l'anno e perfino poche ore dopo il parto. I piccoli partoriti sono, in genere, cinque o sei. «Non possiamo più attendere - conclude il direttore - ne va della sopravvivenza del settore nell'area del Polesine».
Roberta Merlin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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