Morso da un cane e isolato Famiglia abbandonata

Sabato 24 Ottobre 2020
Morso da un cane e isolato Famiglia abbandonata
IL CASO
PORTO TOLLE Durante un'emergenza sanitaria i protocolli da seguire dovrebbero essere chiari, così come l'organizzazione, eppure nella realtà dei fatti capita di vedere più di qualche controsenso nell'affrontare la questione.
È quanto è accaduto a L.N., abitante di Porto Tolle, in questi giorni. L'uomo si lamenta di alcune incongruenze vissute dalla sua famiglia posta in isolamento fiduciario dopo che il figlio è risultato positivo al Covid-19. Il ragazzino, seppur asintomatico, è uno degli allievi della media Brunetti dell'estremo Delta che è stata chiusa dal sindaco fino al 28 ottobre. La vicenda, però, parte prima della quarantena, quando L.N. viene morso da un cane e tutto si complica con l'esito di positività del figlio, perché nessuno è disposto a occuparsi della ferita che si stava infettando.
L'ANTEFATTO
«Mercoledì della scorsa settimana, mentre stavo facendo un giro in bicicletta, sono stato inseguito e attaccato da un cane - racconta l'uomo - una ferita al polpaccio destro che ha comportato una visita al Pronto soccorso di Porto Viro, dove mi hanno messo 5 punti, dicendomi di andare per la prima medicazione il sabato mattina».
Fin qui tutto bene. «Sono andato, ma poiché la ferita non si presentava bene, mi hanno prescritto di presentarmi nuovamente il lunedì successivo per un'ulteriore visita. In concomitanza mia moglie aveva portato nostro figlio a effettuare il tampone per il Covid a Porto Tolle. È uno degli alunni della scuola media Brunetti che è poi stata chiusa e purtroppo è risultato positivo, seppur completamente asintomatico e tutt'ora non abbia nessun problema al riguardo».
IL QUADRO PEGGIORA
Inizia la spirale dei disagi. «Ci hanno ovviamente posto in quarantena, quindi ho telefonato all'ospedale di Porto Viro per spiegare la situazione e chiedere come avrei potuto fare con la mia ferita. Mi hanno detto che mi era assolutamente vietato muovermi e di rivolgermi al mio medico di base, il quale ha sua volta mi ha rimpallato. Allora ho chiamato il Sisp (Servizio igiene e sanità pubblica) per sapere cosa fare, mi hanno messo in contatto con l'Ulss di Adria per attivare l'assistenza domiciliare per occuparsi del mio caso, ma mi hanno più detto nulla».
ARRANGIARSI
Alla fine L.N. ha trovato una soluzione da solo. «Sono riuscito poi a trovare una dottoressa che visionando la foto della mia ferita, mi ha prescritto una cura specifica a base di antibiotici ed eparina. Da qui l'altro problema: nessuno era disponibile a farmi le punture e ci siamo dovuti arrangiare con mia moglie che non le aveva mai fatte».
DISSERVIZIO
Questo non è l'unico disagio riscontrato in questa situazione, come evidenzia ancora il portotollese. «Sembrava che avrebbero dovuto chiamare per monitorare lo stato di mio figlio, ma da domenica si è sentito nessuno. In più, dovevano consegnarci dei contenitori per i rifiuti speciali, ho telefonato più volte al numero verde di Ecoambiente sollecitandoli, ma stiamo ancora aspettando con i rifiuti fuori casa».
Una situazione quasi paradossale, come conclude: «Quando si mettono in campo certe disposizioni, bisognerebbe anche essere in grado di gestirle senza creare degli ulteriori disagi alle famiglie coinvolte. Stamattina (ieri per chi legge, ndr) ho dovuto fermare gli operai della raccolta del secco che stavano caricando tutti i rifiuti senza essere informati della nostra situazione. Speriamo che ora provvedano seriamente alla raccolta».
Anna Nani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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