Modonesi: «Sconvolta da quanti giustificano le violenze»

Sabato 24 Agosto 2019
LA REAZIONE
ROVIGO L'ex sindaco di Fiesso Umbertiano Luigia Modonesi, ora assessore ai Servizi sociali, già candidata nel collegio di Vicenza alle elezioni politiche con Forza Italia, interviene sulle indagini che hanno interessato sette dipendenti dell'Iras, una dipendente dell'Ulss 5 distaccata alla casa di cura in un progetto di inserimento lavorativo ed un addetto delle pulizie di una ditta esterna, puntando il dito sulle affermazioni del Comitato familiari e dei rappresentanti sindacali in merito alle carenze dell'organizzazione del lavoro nella struttura e sulla mancanza di personale.
«Ma com'è possibile si chiede - che il Comitato dei familiari non sia, sopra ogni cosa, dalla parte dei propri cari così brutalmente maltrattati? Ma come può un sindacato non porsi, prima di tutto, dalla parte dei più deboli? Comprendo che l'organizzazione del lavoro possa essere un problema all'Iras, ma allora il sindacato poteva occuparsene e mettersi d'impegno per la sua risoluzione molto prima d'ora e comunque la possibile soluzione va discussa, evidenziata e ricercata su altri tavoli».
Va precisato che si tratta di indagini ancora in corso, tuttavia, facendo riferimento alle dichiarazioni d'intenti arrivate da Venezia, l'assessore Modonesi usa la Regione come termine di paragone, sottolineando che «si è già costituita parte civile». E, guardando all'aspetto politico-amministrativo in senso lato, parallelo a quello giudiziario, aggiunge: «Spero che tutte le altre entità che detengono posizioni di responsabilità nei confronti dell'Iras facciano la loro parte e la esprimano pubblicamente, mettendo sopra ogni cosa la tutela dell'anziano, che non può assolutamente passare in secondo piano. Quando questo caso è passato alla cronaca ho pensato:spero che non si concluda tutto con un nulla di fatto!. Auspico che questo pensiero non si tramuti in realtà, perché se ciò avvenisse, si difenderebbero atti di violenza intollerabili rivolti a persone totalmente indifese. Il lavoro in condizioni disagiate non può giustificare il maltrattamento di innocenti, ora, con ciò che è successo, anche privati della loro dignità. Sia il sindacato che il Comitato dei familiari dovrebbero ben tenere in mente queste considerazioni: qualsiasi tipo di violenza rivolta a persone fragili, in una società civile e democratica, non può mai essere tollerata e chi la giustifica risulta complice di coloro che la mettono in opera». Infine, un passaggio pro domo sua: «Presso il Centro Servizi La Quiete di Fiesso Umbertiano, che da poco è stato oggetto di visita di nuova autorizzazione, il team di valutazione ha riscontrato la presenza di più personale rispetto a quanto previsto: un semplice esempio di come sia possibile lavorare al meglio per la tutela degli anziani. Prima di ogni rivendicazione, seppur giusta, la priorità, nei centri servizi per anziani non autosufficienti, deve essere la tutela, la cura e il rispetto della persona, mentre le condizioni di lavoro vanno trattate in altri contesti e su altri tavoli e non possono mai costituire giustificazione di fatti gravi come i maltrattamenti, le sopraffazioni e le gravissime offese rivolte a persone fragili ed indifese».
F.Cam.
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