Migranti, a processo Gaetano Batocchio

Domenica 19 Gennaio 2020
SAN MARTINO
Processo sullo scandalo della gestione dei migranti aperto e subito rinviato al 3 marzo. Sette gli imputati tra cui Gaetano Batocchio, 45 anni di San Martino di Venezze. L'unico presente in aula è stato l'ex vice prefetto vicario Pasquale Aversa di 64 anni. Oltre a Batocchio, gli altri alla sbarra sono Simone Borile, 50 anni di Battaglia Terme, ritenuto la figura chiave dell'inchiesta e socio volontario di Ecofficina ma di fatto l'amministratore occulto della cooperativa. Poi la moglie Sara Felpati, 46 anni di Battaglia Terme vice presidente di Ecofficina e a decorrere dal 28 marzo 2017 presidente di Edeco. Ma anche consigliere e presidente del Cda della parafarmacia Felfarma di Battaglia Terme dove, secondo l'accusa rappresentata dal pubblico ministero Sergio Dini, Borile faceva acquistare i medicinali per i migranti facendo guadagnare tutta la famiglia.
IMPUTATO
Gaetano Batocchio, 45 anni di San Martino di Venezze, secondo gli inquirenti era il braccio destro di Borile e presidente di Ecofficina fino al 28 marzo 2017, quando è poi subentrata Sara Felpati. Altra figura chiave dell'indagine è Tiziana Quintario 59 anni di Monselice, già funzionario economico finanziario alla Prefettura di Padova incaricata della gestione dei migranti e della predisposizione di bandi e contratti, e ora in forze alla Prefettura di Bologna. In passato ha rivestito la carica di consigliere comunale dell'Udc a Monselice. Parlando di lei, Simone Borile, diceva: «La mia donna in Prefettura». Tra i vertici prefettizi c'è anche il vice prefetto Alessandro Sallusto (difeso dall'avvocato Fabio Pinelli), ora anche lui in forza alla procura di Bologna, e più volte intercettato dai carabinieri al telefono con Borile o la moglie Sara Felpati per avvisarli, secondo l'accusa, delle ispezioni dell'Ulss alla Prandina e all'Hub di Bagnoli. Infine il consulente del lavoro Marco Zangrossi di 57 anni residente a Sant'Elena d'Este, non è una figura di spicco dell'inchiesta.
PARTI CIVILI
Alla prossima udienza almeno sette richiedenti asilo, difesi dagli avvocati di giuristi democratici Maria Pia Rizzo, Aurora D'Agostino, Rosa Scarpino, Chiara Pernecchele e Davide Zagni, chiederanno di costituirsi parte civile. «Sono stati danneggiati - ha dichiarato Rizzo - dalla cattiva gestione dei centri di accoglienza. Non avevano da vestirsi né sostegno psicologico e non erano sottoposti alle visite mediche. Questi sette sono molto coraggiosi. Speriamo che alla prossima udienza il numero aumenti». Intanto è iniziato a Venezia l'altro processo sullo scandalo dei migranti. Tra gli imputati vi è ancora Simone Borile.
Marco Aldighieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci