Merce senza indicazioni, maxi sequestro della Finanza

Venerdì 19 Gennaio 2018
Merce senza indicazioni, maxi sequestro della Finanza
IL BLITZ
ROVIGO Giacche, golf, jeans, abiti in similpelle: vestiti di ogni tipo e per ogni gusto sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza nell'ambito di nuovi controlli sul fronte del rispetto delle regole sulle etichette dei prodotti tessili.
CONTROLLI A TAPPETO
Già il mese scorso le Fiamme Gialle avevano controllato 16 negozi di abbigliamento gestiti da cinesi, sequestrando, per le irregolarità nei cartellini sui vestiti che erano in vendita a Rovigo, a San Martino di Venezze, ad Adria, a Porto Viro, a Porto Tolle, a Lendinara, a Badia Polesine e a Occhiobello, ben 11 mila capi per un valore di oltre 100mila euro. Mercoledì è stata la volta di un negozio, sempre di proprietà di un imprenditore di origini cinesi, che si trova a Porto Viro. Gli accertamenti compiuti dai finanzieri della Brigata di Loreo hanno portato al sequestro di 156 capi di abbigliamento con ulteriori sanzioni, per due distinti tipi di violazioni, che vanno da 516 a 25.823 euro e da 103 a 3.098.
INDICAZIONI MANCANTI
Le etichette incriminate non riportavano infatti le informazioni previste dalle norme in materia e, in particolare dal decreto del 99 che fissa i requisiti e le modalità applicabili ai prodotti tessili per essere immessi sul mercato e dal cosiddetto Codice del consumo. I cartellini presenti sui vestiti, non quelli amovibili con il prezzo, ma quelli cuciti sul tessuto, devono infatti riportare una serie precisa di indicazioni in lingua italiana: da chi e dove è stato prodotto il capo e, eventualmente, da chi è stato importato, la composizione, con le percentuali delle diverse fibre e la segnalazione di eventuali parti non tessili di origine animale, oltre alle indicazioni su come lavarlo e stirarlo.
DATI INDISPENSABILI
Si tratta di elementi che servono a garantire il consumatore, in una sorta di carta d'identità di ogni vestito: un documento incompleto può esporre chi lo indossa non solo ad equivoci su cosa abbia acquistato, ma anche a potenziali rischi su quanto indossato. È anche per questo che l'attenzione della Finanza polesana, dopo la maxi operazione di dicembre, continua a restare particolarmente alta in questo specifico ambito, anche perché, come già sottolineato dai vertici della finanza rodigina, «l'assenza o la parziale carenza di informazioni, oltre che produrre un danno al consumatore, al tempo stesso rappresenta una distorsione della leale concorrenza sul mercato in quanto danneggia quegli imprenditori che adempiono alle rigide discipline comunitarie e sopportano costi superiori».
F.Cam.
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