Maltrattamenti all'Iras, indagini concluse

Giovedì 12 Dicembre 2019
Maltrattamenti all'Iras, indagini concluse
IL CASO
ROVIGO Chiuse le indagini sui maltrattamenti nei confronti di anziani pazienti dell'Iras, l'Istituto rodigino di assistenza sociale, condotte dalla Squadra mobile e coordinate dal sostituto procuratore Maria Giulia Rizzo, iniziate a giugno ed emerse ad agosto, quando il giudice per le indagini preliminari ha emesso le misure interdittive cautelari del divieto temporaneo di svolgere attività professionale in strutture sanitarie e assistenziali nei confronti delle nove persone, sette operatrici sociosanitarie dipendenti dell'Iras, un addetto alle pulizie di una ditta esterna, la Euro&Promos Facility management, e un'ausiliaria, incaricata del solo rifacimento dei letti. Misure che per alcuni sono state revocate sia alla luce dell'inquadramento professionale che per un ruolo ritenuto di minore gravità.
Schiaffi, gesti bruschi, offese di ogni tipo, ma soprattutto un atteggiamento di scherno e denigrazione verso le anziane pazienti, veri e propri dispetti come uno spray spruzzato addosso, colpi sferrati con un pannolone o con un guanto di lattice: questo quanto sarebbe stato ripreso dalle telecamere piazzate in due delle cinque stanze del Nucleo Arancio del reparto centrale dell'Iras lo scorso 7 giugno, quando una parte della struttura era stata evacuata per una finta fuga di gas. Fra l'altro, una delle cimici era stata scoperta, ma nonostante questo gli atteggiamenti sopra le righe sarebbero andati avanti.
GLI INDAGATI
Già il 14 agosto il direttore generale dell'Iras Giovanni Luca Avanzi ha firmato il provvedimento di sospensione cautelare nei confronti di tutte e sette le operatrici indagate, tre a tempo determinato e quattro di ruolo: S.E.M., 48 anni, di origini marocchine, residente ad Adria; F.P., 52 anni, residente a Villadose; F.M. 46 anni, di Rovigo; poi tutti residenti a Rovigo M.G.S., 52 anni; L.C., 53 anni; G.B. 42 anni; e M.S. 53 anni. Nell'atto si dà conto che anche il progetto di inserimento lavorativo, in collaborazione con l'Ulss, di M.M., 57 anni, residente a Rovigo, è stato sospeso e che anche la ditta Euro&Promos Facility management di Udine, un colosso con oltre 6.500 dipendenti, ha provveduto alla sospensione cautelare nei confronti dell'addetto alle pulizie P.C., 51 anni, residente a Rovigo, l'unico uomo indagato, che ha compiuto il gesto fra quelli ripresi dalle telecamere che maggiormente colpisce, anche se sul piano penale riveste un rilievo probabilmente inferiore rispetto ad altri commessi dagli indagati, avendo messo sul viso di un'anziana allettata lo spazzolone usato per pulire per terra. Così come colpisce, seppur nello scarso rilievo penale, l'atteggiamento di una Oss che avrebbe dileggiato un'anziana, malata di Alzheimer, chiedendole ripetutamente della figlia morta in tenera età. Fra i vari episodi di rudezze e insulti, anche una sorta di scherzo che due Oss hanno fatto a una paziente, lasciandola sospesa sul sollevatore elettrico e facendo finta di volerla buttare dalla finestra.
L'avviso di chiusura indagini, l'atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio, è stato notificato nei confronti delle stesse nove persone inizialmente indagate, con il quadro accusatorio che non sembra aver subito modifiche sostanziali. Tutti devono rispondere dell'ipotesi di reato di maltrattamenti in concorso, con l'aggravante dello stato di minorata difesa degli ospiti, ricoverati nella struttura sociosanitaria, tre anziane in particolare: una 79enne, una 89enne e una 94enne. È stata una tirocinante, a maggio, a presentarsi in questura per denunciare i metodi delle colleghe.
Francesco Campi
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