Malata e invalida, costretta a pagare per la patente

Giovedì 19 Ottobre 2017
LA STORIA
ROVIGO Alle volte il confine tra l'essere considerati invalidi e il non esserlo è molto sottile, al punto che qualcuno rischia di dover fare a meno della patente, pur essendo stato dichiarato invalido al 75%, quindi non totalmente.
È il caso di Elena Stocco, infermiera di 33 anni, residente in una frazione di Anguillara, ma dipendente da nove anni di una clinica privata di Rovigo. «Vivo da sola con mio figlio di sette anni. Sono separata da mio marito. Devo pagare l'affitto di casa e ho un lavoro che mi fa guadagnare attorno ai 1.200 euro mensili. Una cifra che nonostante tutto, mi consente di far vivere con dignità sia me che mio figlio».
MALATTIA
La signora Stocco spiega di essere diabetica di tipo 1: «Da un anno e mezzo mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla. Dopo una decina di ricadute, tutte nell'ultimo anno, trattate con boli di cortisone, ho deciso di fare domanda d'invalidità civile. Mi è stato riconosciuto il 75%, ma non mi spetta il comma 3 della legge 104. Sono stata quindi segnalata alla commissione patenti. Un paio di settimane fa mi è arrivata una raccomandata per la revisione della patente, con la richiesta di far pervenire entro un mese la prenotazione, pena la sospensione della stessa. Senza di questa non posso andare a lavorare, visto che il trasporto pubblico non è ben servito».
LA PATENTE
Lunedì la signora Elena ha ricevuto una mail nella quale viene invitata a presentarsi il 14 novembre per il rinnovo della patente, portando con sé una una serie di visite mediche, che le costeranno di 130 euro. «Devo fare le visite cardiologica, oculistica, diabetologica, esami del sangue e altri controlli. Tutte queste prestazioni non mi costerebbero nulla in condizioni normali, visto che sono esente per patologia, ma non per la revisione della patente. Le prestazioni si pagano e non si possono scaricare dal 730».
L'APPELLO
A questo punto ha preso la decisione di scrivere una lettera al presidente della Regione, Luca Zaia, e al ministero dei Trasporti, per capire come fare a uscire da questo inghippo. «Non avendo diritto ai tre giorni al mese con la legge 104, dovrei prendere le ferie per eseguire le visite o affidarmi alla bontà d'animo del mio datore di lavoro. Oltre al danno quotidiano, di combattere per restare in piedi e farcela per forza, devo subire la beffa delle istituzioni, e con un stipendio di un'infermiera è difficile. Mi sento mortificata: la patente per chi lavora dovrebbe essere un diritto».
M.Sca.

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