Majstorovic, l'erede di Bergamasco

Martedì 29 Luglio 2014
Per Denis Majstorovic entrare nello spogliatoio della Rugby Rovigo è un po' come riabbracciare un gruppo di vecchi amici che non si vedono da tempo. A un anno di distanza dal grande flusso che da Prato ha portato molti giocatori in Polesine, ora anche lui è un Bersagliere. «È bello ritrovare tanti ragazzi con cui avevo già giocato tra i Cavalieri - spiega il centro - Qui al Battaglini sono sceso in campo da avversario per quattro volte, ma ora fa decisamente tutto un altro effetto».
A dire il vero, già la scorsa estate il nome di Majstorovic era stato inserito nella «lista dei desideri» che i coach Frati e De Rossi avevano presentato al presidente Zambelli, ma alla fine la trattativa per vestirlo di rossoblù non decollò. Quest'anno, nonostante l'interessamento di altre società, le intenzioni del giocatore si sono delineate chiaramente già prima del termine del campionato. «Quando a maggio il Rovigo è venuto a giocare a Prato ho avuto modo di parlare del mio futuro con Frati, che già ben conoscevo dal momento che prima di Prato mi allenò addirittura nelle giovanili del Noceto - svela Majstorovic - In quel momento decisi che per la stagione 2014/2015 avrei vestito la maglia dei Bersaglieri».
Da raccogliere c'è l'eredità lasciata da Mirco Bergamasco. Un'eredità non così pesante, vista la stagione altalenante vissuta a Rovigo dal nuovo giocatore delle Zebre. Sulla carta Majstorovic si presenta come un giocatore molto potente che potrà dare sicuramente qualcosa in più in fase offensiva. E così, una volta ultimato il recupero di un ariete come Van Niekerk (già al campo con i compagni nonostante stampelle e tutore), i Bersaglieri potranno schierare una coppia di centri che forse in Eccellenza non ha uguali.
Quanto agli obiettivi personali, quelli dell'ex giocatore dei Cavalieri non possono che coincidere con il traguardo inseguito da tutta la società di viale Alfieri: «Qui a Rovigo mi auguro di conquistare lo scudetto e spero che il prossimo sia l'anno buono. Anche perché se mi guardo alle spalle anch'io ho due finali perse che bruciano».
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