Maggioranza sull'orlo della crisi: stasera Bergamin vede le carte

Lunedì 19 Febbraio 2018
Maggioranza sull'orlo della crisi: stasera Bergamin vede le carte
LA POLITICA
ROVIGO Una piscina e un debito, un ex ospedale e un'ipoteca, un sindaco e una guerra fredda dentro la maggioranza. Pronta a esplodere. Il punto, infatti, non sembra più, ormai il se, ma il quando. «C'è tutta la volontà di andare avanti in questa esperienza amministrativa, per affrontare i tanti problemi della città. Per questo serve un cambio di passo e un nuovo slancio»: c'è tutta l'abilità lessicale e l'esperienza politica del presidente del Consiglio comunale Paolo Avezzù nel fare il punto sulla crisi di maggioranza che sta attraversando la Giunta guidata da Massimo Bergamin.
VERTICE DI MAGGIORANZA
Nel salone consiliare di Palazzo Nodari questa sera alle 21 sono chiamati a confrontarsi consiglieri e assessori. Il clima, nessuno lo nega, è decisamente teso. A chiedere la conta è stato lo stesso Bergamin, che ha chiesto ad Avezzù di convocare la riunione per una verifica urgente. Questo il primo punto. Sul quale, tuttavia, gli azzurri non sono disposti a confrontarsi. «Non ora», ha ribadito il coordinatore provinciale Piergiorgio Cortelazzo sabato scorso, proprio mentre era accanto a Bergamin in occasione dell'inaugurazione della nuova sede di Forza Italia. E lo stesso concetto viene ribadito da Avezzù.
IL LODO BALDETTI
Tuttavia, la riunione avrà all'ordine del giorno anche la partita con Veneto Nuoto e Unipol per il project financing per la costruzione del nuovo polo natatorio, con la clausola contrattuale che vedeva scaricati sul Comune i debiti dei privati, e il Lodo Baldetti, un contenzioso milionario con la stessa Veneto Nuoto. Ci sarebbe un accordo e si dovrebbe chiudere. Anche se i tempi sono ancora lunghi. L'assemblea di Veneto Nuoto è in programma, un po' curiosamente visto che già da tempo sono tutti con l'acqua alla gola, il 2 marzo. Su questo punto, Forza Italia è pronta a confrontarsi ed è per questo che, alla riunione di stasera, ci saranno.
EX OSPEDALE MADDALENA
Sullo sfondo, però, anche l'ex Maddalena, al centro del progetto di riqualificazione finanziato dal Governo con 13,5 milioni di euro. Ma con un'ipoteca da 4 milioni sull'ex ospedale, spuntata un po' a sorpresa, che sembra aver scombinato i piani e che potrebbe rendere tutto in salita. Bergamin si sente con le spalle al muro e la sua percezione sembra essere quella di una maggioranza pronta a voltargli le spalle da un momento all'altro. Ma non prima del 24 febbraio, che sarebbe l'ultima data utile per andare subito a nuove elezioni nella tornata delle Amministrative. Altrimenti scatterebbe il commissariamento. Il problema, quindi, non è tanto di numeri di consiglieri pronti ad alzare la mano o meno per far cadere Bergamin, quanto di strategie e di tempi. E' per questo che Bergamin ha accelerato tutto. Sostanzialmente la sua è una richiesta precisa: se dovete farmi cadere, fatelo subito.
IL SOGNO DELLA CANDIDATURA
Seppur formalmente non l'abbia mai ammesso, Bergamin ha cercato fino all'ultimo di rientrare nelle candidature per le prossime elezioni, trovando la strada sbarrata dal suo stesso partito, la Lega, e dalle questioni tecniche legate all'incandidabilità dei sindaci di Comuni sopra i 20mila abitanti. Nel frattempo, analoghi mal di pancia si sono registrati all'interno di Forza Italia, che ha visto le scelte sulle candidature non accontentare le tante aspirazioni. Le richieste di un ulteriore assessore in Giunta si sono fatte più pressanti. Cortelazzo, che pure si era detto pronto a sacrificare Conchi sull'altare del rimpasto, ha chiesto a Bergamin di congelare tutto a dopo il voto. Ma il sindaco ha deciso di accelerare i tempi e ha silurato Conchi, facendo perdere la pazienza a Cortelazzo. Che non sembra disposto al perdono. «Se ne riparla dopo le elezioni», ribadisce con un tono che ricorda il celebre «#Enricostaisereno» di Renzi a Letta poche ore prima di farlo cadere dalla presidenza del consiglio.
F.Cam.
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