LE VOCI DEL QUARTIERE
ROVIGO I due cani di Luigino ed Eleonora, una coppia di

Venerdì 28 Febbraio 2020
LE VOCI DEL QUARTIERE ROVIGO I due cani di Luigino ed Eleonora, una coppia di
LE VOCI DEL QUARTIERE
ROVIGO I due cani di Luigino ed Eleonora, una coppia di pastori tedeschi a pelo lungo, continuano ad abbaiare inquieti. Hanno da poco avuto una cucciolata. E il viavai mai visto prima di persone sconosciute, ma soprattutto la prolungata assenza dei padroni, li agita, quasi che stessero realizzando che si è compiuta una tragedia. La passione per gli animali, e per i cani in particolare, aveva sempre accomunato la coppia. Come anche la passione per le armi. Erano due persone tranquille, una coppia affiatata. E lo sono stati nella vita come nel dramma della morte.
INCREDULITÀ
Un'anziana che abita a pochi metri dalla villetta dove è avvenuta la tragedia è visibilmente scossa. «Sto tremando, non riesco a darmi pace spiega Luigino lo conosco fin da quando era bambino. Quella era la casa dei suoi genitori, è sempre stato lì. Ci viveva anche suo fratello Luciano, che poi si è trasferito a Borsea, lui è già nonno. Degne persone, anche Eleonora, che per tanto tempo aveva lavorato in una ditta di confezioni a Pontecchio. Diceva sempre che aveva lavorato per vent'anni e tanto bastava per una pensione dignitosa. La figlia Laura si è sposata pochi anni fa ed è andata a vivere a Roma, lavora nella telefonia. Ma loro, non riesco a crederci: erano gentili, Luigino, l'ho visto crescere. Era tanto un bravo ragazzo. Quando ho visto i pompieri e l'ambulanza avevo pensato al Coronavirus, che se ne parla tanto. Mai avrei immaginato una cosa così».
PENSIONATO
«Lui lavorava all'Elettromeccanica Veneta aggiunge il figlio era appena andato in pensione ma continuava a lavorare. Era proprio una brava persona». Anche un'altra vicina, non nascondendo il proprio dolore, racconta di essere stata molto amica della madre di Luigino, che, rimasta vedova, aveva continuato a vivere nella casa di famiglia insieme al figlio e alla nuora fino a quando non si è spenta, circa un anno fa. «Eleonora l'ha sempre accudita, anche quando ha avuto dei momenti di stanchezza. Io andavo a farle le punture e a dare una mano. Proprio ieri è venuta qui perché si era fermata l'ambulanza, era venuta a chiedere se andava tutto bene. Abbiamo chiacchierato un po', mi sembrava tranquilla. Non riesco a crederci, sono distrutta».
IL QUARTIERE
La casa teatro della doppia tragedia è l'ultima del gruppo affacciato sulla stradina che si dirama da via Concilio vaticano II, mantenendone la numerazione, a pochi metri dall'incrocio con via Fermi. Una villetta a due piani, al numero 56. Con un grande salice nel giardino di fronte e uno spazio con quattro cucce affiancate. Su un lato, una casa in vendita. Sull'altro e sul retro si estende invece il vivaio Bovo Garden. Un'oasi di quiete a ridosso della città. «Erano persone molto tranquille, mi salutavano sempre», spiega un dirimpettaio. Un'altra vicina, scuote la testa incredula. «Proprio ieri lei mi aveva chiesto qual era il giorno del passaggio della raccolta del vetro, non ho notato nulla di strano». Un amico di Luigino arriva a passi lenti, guardandosi intorno. Si ferma a guardare impietrito la casa e il viavai di poliziotti, sanitari e uomini della scientifica. «Ma che è successo?», chiede timoroso. Quando arriva la risposta, è come colpito da un pugno allo stomaco e gli occhi gli si velano di lacrime: «Gigi era un mio grande amico. Sono cresciuto con lui, fino a 14 anni eravamo sempre insieme, poi, lui si era diplomato alla Scuola Radio Elettra e si era messo subito a lavorare. Gli piaceva il suo lavoro, amava sua moglie e sua figlia».
F.Cam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci