LE STRUTTURE
ROVIGO Il primo contagiato polesano ha fatto scattare una nuova

Sabato 29 Febbraio 2020
LE STRUTTURE ROVIGO Il primo contagiato polesano ha fatto scattare una nuova
LE STRUTTURE
ROVIGO Il primo contagiato polesano ha fatto scattare una nuova allerta in previsione di un possibile aumento esponenziale dei casi di coronavirus che potrebbero essere rilevati, nei prossimi giorni, dall'azienda sanitaria locale. Se il numero delle persone infettate dal Covid-19 dovessero infatti improvvisamente aumentare, i pazienti sintomatici, che attualmente vengono ricoverati nel reparto di Malattie Infettive dell'ospedale Santa Maria della Misericordia, saranno isolati al settimo piano del nosocomio, area non utilizzata e pronta all'emergenza.
AREA ATTREZZATA
«In caso di aumento considerevole del numero di contagi spiega il direttore dell'Ulss 5 Antonio Compostella abbiamo individuato, all'interno dell'ospedale, un'area apposita per ricoverare le persone che hanno contratto il coronavirus e che necessitano di sorveglianza medica». Il settimo piano dell'ospedale del Santa Maria delle Misericordia è stato infatti recentemente restaurato e dotato di tutto l'arredo necessario ai ricoveri, compresi letti e attrezzatura d'emergenza. L'Ulss 5 dunque, a differenza di altri nosocomi del Nord Italia che in queste ore, in particolare nelle aree intorno ai focolai lombardi, si trovano ad affrontare il problema dell'assenza di reparti da dedicare esclusivamente all'emergenza, non si fa trovare impreparato di fronte a un possibile boom di ricoveri dovuto a un'eventuale impennata degli infetti. L'Ulss 6 ha invece scelto di svuotare la struttura di Schiavonia, da dove è partita l'emergenza, e tenerla come hub per un'eventuale incremento dei contagi nel Padovano.
CENTRO OPERATIVO COMUNALE
«Il Coc, ossia il Centro operativo comunale delle emergenze, è stato attivato - confermano il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo e la responsabile della Protezione Civile Monica Gambardella - In queste ore, dopo la notizia del primo contagiato ricoverato a Rovigo, abbiamo convocato una nuova riunione per fare il punto della situazione e organizzarci in caso di inasprimento dell'emergenza». Il Coc, infatti, in caso di pandemia influenzale prevede una serie di interventi strutturati di sanità pubblica e tutela della popolazione che vedono coinvolti, in primo luogo, il Sistema sanitario regionale attraverso i Servizi di igiene e sanità pubblica attivi nelle Ulss locali. Alla dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria, la direzione passa al capo dell'Unità di crisi del Sistema di Protezione Civile ed è prevista anche l'attivazione del Comitato pandemico a livello provinciale che provvederà a fornire indicazioni ai Centri operativi comunali.
PROTEZIONE CIVILE MOBILITATA
Pronti a intervenire, se necessario, anche i circa sessanta volontari della Protezione civile di Rovigo che in queste ore sono stati muniti di mascherine e tute in caso fossero chiamati a supporto dei colleghi e delle forze dell'ordine per, ad esempio, evacuare una struttura sanitaria o un ufficio pubblico. Venerdì scorso, infatti, sono stati proprio i volontari della sezione di Monselice a intervenire per aiutare a gestire la difficile situazione creatasi all'ospedale di Schiavonia, dove c'era stata la prima segnalazione del contagio. L'intervento dei volontari è però stato ostacolato, in un primo momento, proprio dalla mancanza di mascherine di protezione di cui non erano dotati per intervenire in sicurezza. Nell'area esterna all'ospedale di Rovigo, in prossimità del Pronto Soccorso, nei giorni scorsi sono inoltre state posizionate due tende da campo dove saranno eseguite le procedure di selezione del triage degli accessi, in modo da evitare possibili contatti tra persone infette e altri pazienti.
Roberta Merlin
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