LE REAZIONI
ROVIGO «Le dimissioni di Dall'Ara? Faccia un mea culpa dopo

Sabato 24 Agosto 2019
LE REAZIONI ROVIGO «Le dimissioni di Dall'Ara? Faccia un mea culpa dopo
LE REAZIONI
ROVIGO «Le dimissioni di Dall'Ara? Faccia un mea culpa dopo il risultato ottenuto in consiglio». A sostenerlo è Luigino Marchesini, presidente del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine, presente alla seduta consiliare di ieri con all'ordine del giorno i diritti esclusivi di pesca nelle lagune tra il Po di Goro e il Po di Maistra. Non ha mai lesinato aspri commenti sulla vicenda, considerando che il presidente della Provincia Ivan Dall'Ara stesse commettendo un errore e un'ingiustizia verso un comparto industriale da diversi milioni di euro che garantisce lavoro a 1.500 famiglie. Il tema, infatti, è se prorogare le concessioni per 15 anni oppure gestirle in maniera diversa, anche se i pescatori in questo senso vedono all'orizzonte quello che per loro è lo spettro di una gara europea per la concessione di quei diritti, a causa della quale farebbero fatica a vincere contro realtà molto più consolidate.
PARERI DISCORDI
Per fugare ogni dubbio a riguardo, Palazzo Celio ha chiesto dei pareri sia allo Stato che alla Regione, proprio per capire quale decisione prendere. Il problema è che l'Avvocatura dello Stato ha dato un parere di un certo tipo, ovvero per la proroga quindicennale, mentre la giunta regionale (attraverso il segretario Mario Caramel) precisa che i diritti esclusivi non sono assimilabili alle concessioni marittime, come invece sostenuto dall'Avvocatura, per cui è necessario un criterio diverso per l'affidamento. Motivazioni che sono state esaminate dai consiglieri, che non ravvedono alcun impedimento alla concessione quindicennale: per questo hanno chiesto con il loro voto che Dall'Ara conceda le lagune per un periodo di tempo più lungo.
PRESIDENTE CONTESTATO
«Secondo me dopo una posizione del Consiglio su una sua proposta così importante il presidente dovrebbe fermarsi, riflettere e farsi un mea-colpa. Non posso certo dire che questa per noi sia una vittoria, ma è sicuramente una battaglia vinta a metà. Solo attraverso la comunicazione precisa sull'utilizzo di quelle aree demaniali per la coltivazione dei mitili si risolverebbe la questione» spiega Marchesini.
Adesso cosa accadrà, cosa farete come Consorzio?
«Dovrò confrontarmi con i miei soci continua Lunedì faremo il punto della situazione con l'avvocato Giampietro Berti e vedremo il da farsi. Perché non ci siamo rivolti al Tar contro il blocco della concessione quindicennale? Dipende dai punti di vista, non so se fosse necessario farlo, perché la Provincia poteva benissimo fare l'affidamento diretto di due anni senza fare quello più limitativo di un solo anno. Ora dobbiamo affrettarci, capire cosa accadrà dopo la scadenza di dicembre. Speriamo sia convocato entro breve un nuovo consiglio per decidere definitivamente i tempi e dare libertà di utilizzo di quelle acque». A dicembre, infatti, scade la proroga e ora l'aula di Palazzo Celio dovrà riunirsi nuovamente per portare al voto dei consiglieri una nuova soluzione per i diritti di pesca. Una decisione che dovrà necessariamente tenere conto della Regione, che con la Carta Ittica Regionale punta ad assorbire da inizio 2021 anche quella particolare categoria di pesca: «Mi rende perplesso che la Regione abbia scelto di intervenire proprio oggi - conclude Marchesini - Io sono presidente del Consorzio da 17 anni, se ne parlava già all'epoca, quindi figuriamoci che tempi può avere. Se ci stanno lavorando, però, a me va bene. Solo che penso che cambiare strada senza sapere cosa si potrò trovare mi sembra sbagliato, quella del rinnovo sarebbe la soluzione più sicura».
A.Luc.
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