La storia di Giorgio, il piccolo nato due volte

Giovedì 25 Aprile 2019
I SOCCORRITORI
ROVIGO Giorgio è stato più forte del proprio destino. E' stato abbandonato in un borsone sportivo di pelle davanti al cimitero di Rosolina. Nudo. Solo. Esposto a mille pericoli. Con la sua flebile vita appena iniziata, forse da nemmeno un'ora, appesa a un filo sottile. Un filo che è stato raccolto da un'anziana che passava di lì con la sua cagnolina. Ha notato la borsa e ha scoperto cosa conteneva, chiamando, sotto choc, il 112. Una telefonata sconvolgente, attorno alle 9.45, che ha messo in moto carabinieri e Suem e che ha fatto nascere per la seconda volta il piccolino abbandonato, che è stato amorevolmente soccorso e salvato.
L'ABBRACCIO E IL NOME
Chiamato Giorgio, dal nome dell'infermiera che per prima gli ha regalato un abbraccio carico di affetto. Un maschio, roseo e vitale, con tanti capelli, di 2,7 chili e 43 centimetri. «Dai che Giorgio se la cava», è stato il commento finale, a margine della conferenza stampa organizzata per approfondire gli aspetti della vicenda, da parte del direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella. «Una pagina triste, per quanto riguarda l'abbandono, ma che ha insieme elementi di gioia», ha specificato in apertura. Perché, appunto, Giorgio è stato salvato. Grazie alla donna ed al suo cane che hanno scoperto la borsa con il suo prezioso e fragile contenuto e grazie alla corsa disperata dell'ambulanza che dalla Casa di Cura di Porto Viro è arrivata al cimitero di Rosolina in 7 minuti e poco più. Iniziando subito le operazioni che hanno poi permesso al neonatino, come l'ha chiamato il dg Compostella, di arrivare sano e salvo nel reparto di Pediatria dell'ospedale di Adria, dove è stato accolto in una termoculla.
CONDIZIONI BUONE
«Il bambino è in buone condizioni, vitale. E' stato trovato nudo, sporco di meconio, il liquido che accompagna la nascita, questo molto probabilmente perché era nato da una trentina di minuti. L'idratazione era buona, forse aveva fatto una poppata prima di essere abbandonato». Poi, attorno alle 13 Giorgio ha fatto il suo primo pasto in ospedale. «Inizieranno le vaccinazioni anticipate, perché è alto il rischio infettivo. Rimarrà ad Adria per un po', poi potrebbe anche essere trasferito a Rovigo, più che altro per gli aspetti di natura burocratica e giudiziaria. Sarà il Tribunale dei minori di Venezia a decidere il suo futuro». Nella conferenza stampa, alla quale hanno partecipato anche il direttore sanitario Edgardo Contato, il direttore amministrativo Urbano Bazzale e il responsabile della centrale operativa del Suem Marco Sommacampagna, proprio quest'ultimo ha voluto sottolineare come «l'evento, anche per noi del 118, abituati a vedere cose impegnative, è stato un momento importante sul piano emozionale e l'equipaggio intervenuto non solo è riuscito a portare professionalità e molta umanità».
MINUTI CONCITATI
E' stato sempre il dottor Sommacampagna a descrivere l'intervento: «Alle 9.53 la chiamata del ritrovamento: l'ambulanza parte da Porto Viro e arriva alle 10.01. Trovano un bambino in una borsa sportiva, modello da tennis, con ancora il cordone legato e la placenta. Segno di come sia stata attesa la fase di secondamento. Lo hanno raccolto, asciugato, hanno rescisso il cordone e consegnato la placenta per gli aspetti medico-legali. Il medico ha valutato che fosse di 38 settimane, con riflessi buoni e non in ipotermia. Per un attimo abbiamo pensato di far intervenire l'elisoccorso per trasportarlo a Padova, ma siccome l'obiettivo era riscaldarlo il prima possibile, abbiamo optato per l'ospedale di Adria, raggiungibile in una decina di minuti. Ha fatto il suo ingresso in pediatria alle 10.31. Piangeva». Un pianto liberatorio, che suonava come un canto, un inno alla sua voglia di vivere.
Francesco Campi
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