LA SITUAZIONE
ROVIGO Un balzo avanti del contagio in Polesine con venti nuove

Venerdì 3 Aprile 2020
LA SITUAZIONE
ROVIGO Un balzo avanti del contagio in Polesine con venti nuove positività riscontrate ieri, dieci delle quali all'interno della Casa Sacra Famiglia di Fratta, emerse dall'esecuzione a tappeto di tamponi a pazienti e operatori. Fra i nuovi casi, anche quello di una ragazza di 17 anni che ha un familiare già risultato positivo, che era e rimane in isolamento domiciliare, nonché quello di una 46enne infermiera dell'ospedale di Trecenta, asintomatica, scoperta con i test di screening e messa in isolamento domiciliare. Si tratta del nono caso di contagio fra i dipendenti dell'Ulss 5, che si aggiunge a quelli già emersi nei giorni scorsi di sei infermieri dell'ospedale di Rovigo, di un fisioterapista e di una operatrice del San Luca. Ci sono anche alcuni segnali incoraggianti, come i quattro pazienti risultati guariti dopo l'esecuzione del secondo tampone di conferma, fra i quali anche due dei frati del convento dei Cappuccini di Lendinara, fra i primi contagiati, nonché il fatto che il numero dei pazienti ricoverati nella Terapia intensiva Covid del San Luca non aumentino e rimangano nove.
RICOVERI IN AUMENTO
Non è confortante, invece, il fatto che i nuovi ricoveri siano stati ben cinque, quattro in Malattie infettive a Rovigo, per essere stabilizzati e trasferiti nel polo Covid di Trecenta, dove nell'area specifica si trovano ricoverate altre 29 persone, oltre ai nove in Terapia intensiva. I quattro sono una 83enne di Rovigo, che ha un familiare positivo ed è in isolamento da più di 14 giorni, ma le cui condizioni sono peggiorate fino al ricovero, il 31 marzo; una 74enne del Medio Polesine, con un familiare positivo e già in isolamento domiciliare; un 71enne di Rovigo che ha manifestato i sintomi tipici, ma del quale non è stato possibile ricostruire il contatto con il possibile contagio, così come per un 64enne altopolesano, che quando sono comparsi febbre e tosse persistenti ha contattato l'Ulss. Il quinto ricoverato è un 55enne residente in Alto Polesine, ma che è all'ospedale di Legnago con una sintomatologia significativa. Il contagio sembra essere avvenuto sempre a livello familiare e il caso è stato segnalato all'Ulss Polesana dall'Ulss Scaligera.
TENUTI A CASA
Gli altri casi di positività, tutti in isolamento domiciliare, sono una 36enne di Rovigo che lavora come operatrice sociosanitaria in provincia di Padova e che probabilmente ha contratto l'infezione in ambito lavorativo, visto che vive da sola; una 32enne altopolesana, a sua volta operatrice sanitaria, che lavora in un ospedale veronese; e di una 53enne sempre altopolesana e sempre gravitante in provincia di Verona per motivi di lavoro, che era in isolamento domiciliare già da parecchi giorni, anche se pareva che la sua situazione fosse in netto in miglioramento, ma ha ripresentato sintomi ed eseguito il tampone risultando positiva.
«Il Covid è una patologia subdola - rimarca il direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella - che non ha elementi costanti nel suo andamento, come nel caso dell'influenza, che permettano di capire se situazione è definitivamente migliorata. Spesso presenta una fase di scomparsa dei sintomi, una guarigione apparente, cui segue una ricaduta. Anche per questo i tempi sono particolarmente lunghi. Anche se sono passati già 40 giorni, siamo ancora in fase critica ed è stato giusta la proroga delle misure di contenimento».
Il subdolo Coronavirus, quindi, continua a espandersi e a crescere, anche se la crescita qui è meno veloce e repentina rispetto ad altre realtà. Il Polesine continua a essere una zona che ha numeri minori rispetto ad altre realtà assimilabili e vicine. Compostella ieri ha mostrato un grafico di raffronto fra le curve epidemiche, che registrano la crescita del numero dei contagiati giorno per giorno, di Rovigo, Belluno e Ferrara: «Il Polesine ha il minor numero di contagiati anche in proporzione alla popolazione e la crescita ha un andamento meno ripido. Anche fra le varie zone della provincia la situazione è sostanzialmente analoga, non si può dire che vi sia maggior incidenza a Rovigo o Adria perché i casi sono proporzionali agli abitanti, così come non vi è in Alto Polesine».
A proposito di Alto Polesine, se il sindaco di Trecenta Antonio Laruccia precisa che a ieri il suo territorio non risultava avere casi di positività, a differenza di quanto riportato dalle tabelle diffuse dalla Regione, essendo il caso in questione quello del residente a Giacciano con Baruchella, da registrare il primo caso a Castelnovo Bariano, così come a San Martino.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci