LA SITUAZIONE
ROVIGO Nove nuovi contagiati, fra i quali un bambino di cinque

Giovedì 2 Aprile 2020
LA SITUAZIONE
ROVIGO Nove nuovi contagiati, fra i quali un bambino di cinque anni, e un'altra persona che si è spenta. Luciano Passarotto aveva 76 anni ed era residente a Solesino. Era arrivato all'ospedale di Rovigo dopo essere stato precedentemente ricoverato all'ospedale di Schiavonia e di Padova per altre gravi patologie. La sua positività al Coronavirus è stata accertata giovedì scorso, mentre era già ricoverato. Era stato poi trasferito nel reparto di Malattie infettive. Le sue condizioni, già gravi, sono peggiorate repentinamente nel tardo pomeriggio di lunedì, quando è sopraggiunta la morte. «È la notizia peggiore che mi tocca dare - sono le parole del direttore generale dell'Ulss Polesana Antonio Compostella - la sua situazione era già grave ed è progredita rapidamente. Si tratta del quinto decesso di persone positive al Coronavirus nella nostra provincia».
LE VITTIME
Dal punto di vista meramente statistico, tuttavia, questa morte non sarà computata nel numero polesano, perché il 76enne era residente in provincia di Padova. Si tratta, comunque, di operazioni che spostano di poco il quadro complessivo, anche considerando che sono almeno due i polesani residenti altrove che si sono spenti per il Coronavirus. Anche fra i nuovi riscontri di positività figura quello di una 44enne residente in provincia di Padova, tuttavia, essendo di Boara Pisani, si tratta sempre del territorio di competenza dell'Ulss 5. Era già nell'elenco dei contatti di un caso positivo ed era in isolamento domiciliare già dal 26 marzo. Per un 72enne e un 83enne, entrambi altopolesani, non è stato invece possibile individuare la persona probabile fonte del contagio. Entrambi hanno manifestato febbre e difficoltà respiratoria e sono stati ricoverati nel reparto di Malattie infettive di Rovigo. Ricoverati con sintomatologia non lieve anche una 45enne, sempre altopolesana, venuta a contatto per motivi di lavoro con un caso positivo già noto, che tuttavia il 16 marzo aveva già eseguito un tampone risultando negativa, e un 64enne, anche lui dell'Alto Polesine, che era in isolamento domiciliare dal 21 marzo per il contatto con un caso positivo, ed era risultato positivo a sua volta dopo il tampone eseguito quando gli erano comparsi sintomi, ma che sembrava guarito perché i sintomi erano poi scomparsi. Sono invece tornati nuovamente dopo pochi giorni e giovedì è stato ricoverato. «Questo - evidenzia Compostella - è un aspetto importante con il quale stiamo imparando a fare i conti: situazioni di apparente guarigione dal punto di vista sintomatico, non di guarigione vera e propria che si ha solo dopo due tamponi in tempi negativi a distanza. Dopo una fase di miglioramento, a distanza di pochi giorni, però, i sintomi possono ricomparire. Questa patologia è subdola e questo è un motivo in più per cui dobbiamo continuare ad avere la massima attenzione: il virus è tuttora presente e continua la sua capacità di contagio».
C'è poi anche un'altra operatrice sanitaria, una 59enne altopolesana che lavora in una struttura sociosanitaria veronese e che era già in isolamento domiciliare, sottoposta al tampone al momento della comparsa dei sintomi. Tre, invece, i rodigini, una 45enne, un 21enne e un bambino di appena 5 anni, tutti in isolamento domiciliare, tutti con un contatto positivo a livello familiare. Il contagio fra le mura domestiche, anche cercando di attuare le indicazioni che vengono date con la sorveglianza attiva, sembra essere molto difficile da contenere. Un aspetto sul quale sono in corso riflessioni. Nel frattempo, se restano otto gli operatori dell'Ulss 5 positivi, sei infermieri un fisioterapista e un Oss, fra Trecenta e Rovigo, Compostella ha spiegato che continua la distribuzione di dispositivi di protezione individuale nelle case di riposo, per le quali è stata attivata anche una task force di supporto, e anche ai medici territoriali: «La fornitura è ora stabile e costante, abbiamo il necessario per il corretto funzionamento delle strutture e possiamo supportare le case di riposo con due forniture settimanali. Fin da subito stiamo fornendo Dpi anche ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e alla guardia medica: in una prima fase quantità era minore rispetto a quella che siamo in grado di fornire adesso, con forniture costanti».
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci