La Regione riaccende la centrale Enel

Giovedì 25 Giugno 2020
La Regione riaccende la centrale Enel
IL DIBATTITO SUL PTRC
ROVIGO Un colpo di scena tutto polesano nel dibattito in Consiglio regionale dove è in corso la discussione che dovrebbe portare all'approvazione del Ptrc, il Piano territoriale regionale di coordinamento, una sorta di piano regolatore dell'intera regione. Nel piano, però, che dovrebbe disegnare lo sviluppo futuro, in Polesine c'è un elemento che rimane ancorato al passato: si considera ancora esistente la centrale di Polesine Camerini.
L'EX CENTRALE ENEL
In aula i consiglieri del Pd, il polesano Graziano Azzalin e Andrea Zanoni, hanno stigmatizzato «l'assurdità di un Ptrc, costato milioni di euro che prevede ancora la centrale termoelettrica di Porto Tolle», mentre il correlatore Stefano Fracasso, sempre del Pd, ha rimarcato come l'errore sia «la logica conseguenza di un Piano vecchio di 15 anni, che fotografa un Veneto che non c'è più, legato ancora ai tempi di Galan». Il relatore e presidente della Seconda Commissione consiliare, Francesco Calzavara della lista Zaia presidente, ha raccolto la proposta lanciata dal forzista Marino Zorzato: «Approfondire la futura pianificazione dell'area». Durissimo l'affondo di Azzalin: «La considerazione che ha la Regione per il Polesine è tutta nella tavola 3 Energia e ambiente del Ptrc, dove è confermata la presenza della centrale elettrica di Porto Tolle. Qualcuno ha avvertito Human Company che ha comprato il sito per realizzare un villaggio turistico? Si rimedi in velocità a questa grave contraddizione, altrimenti rischia di saltare l'intervento di riqualificazione turistica, per cui la stessa Giunta a parole si era impegnata da tempo, con grave danno per l'economia e l'intero territorio polesano. Abbiamo scoperto in aula questo pasticcio, tanta superficialità è inammissibile. Se in quell'area viene confermata la presenza di industrie a rischio di incidente rilevante, come la centrale in fase di smantellamento, come può essere realizzato un centro vacanze? Va modificata la programmazione, perché qualsiasi ipotesi alternativa andrebbe in contraddizione con le norme regionali presenti nel Ptrc. Un errore da matita rossa da correggere con la massima urgenza. Quando dicevamo che il piano guardava all'indietro, ed era una fotografia del Veneto di 15 anni fa, avevamo ragione. Ma non pensavamo che si arrivasse a questo punto».
PIANO GIÀ VECCHIO
Il Ptrc è uno strumento di pianificazione e programmazione complesso e articolato, il cui iter è stato avviato addirittura nel 2006, quando l'assessore regionale all'Urbanistica era Renzo Marangon, e che si dovrebbe concludere con l'approvazione nella prossima seduta del consiglio, ancora non convocata, a 14 anni di distanza, con la delega a Pianificazione territoriale e urbanistica nuovamente in capo a un polesano, l'assessore Cristiano Corazzari. In aula il relatore Calzavara, martedì, quando si è aperta la discussione, ha sottolineato come «il nuovo Ptrc, pur non avendo valenza paesaggistica, mantiene tuttavia tutti i vincoli previsti nel 1992, tutte le tutele ambientali e ha due obiettivi prioritari: investire sulle città, motore del futuro, e sulla montagna veneta». Il Polesine, in uno dei tanti elaborati, il Documento per la valorizzazione del paesaggio veneto, viene prima riferito a quatto diversi ambiti di paesaggio, Pianura veronese e Alto Polesine, Bassa pianura veneta, Arco costiero adriatico e Laguna di Venezia e Delta del Po, poi a quatto schede di ricognizione, Bonifiche del Polesine Occidentale, Bonifiche del Polesine Orientale, Corridoio dunale sulla Romea e Delta e lagune del Po. Da questo punto di vista, si sottolinea come «il paesaggio prevalentemente rurale dal quale emergono le città, i paesi, i piccoli centri e le case sparse e che conserva ancora un certo grado di integrità naturalistica soprattutto lungo i numerosi corsi d'acqua e nelle zone umide presenti, deve essere considerato una risorsa e in quanto tale diventare l'eccellenza su cui imperniare lo sviluppo futuro».
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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