«La Provincia non accetta la proroga e ci ostacola»

Giovedì 5 Marzo 2020
«La Provincia non accetta la proroga e ci ostacola»
PORTO TOLLE
Sembra prospettarsi un nuovo braccio di ferro tra la Provincia ed il Consorzio pescatori del Polesine. Oggetto del contendere questa volta sono i permessi di pesca negati dall'ente. «La Provincia sembra non voler accettare la proroga dei diritti esclusivi di pesca in capo al Consorzio considerato che frappone continui ostacoli allo svolgimento dell'attività sbotta Tania Bertaggia, assessore alla pesca di Porto Tolle -. Ha preannunciato al Consorzio a mezzo pec (posta elettronica certificata) che non rilascerà il nulla osta alla presentazione delle nuove graduatorie per il rilascio delle autorizzazioni alla raccolta dei molluschi». Spiega ancora l'assessore: «Le motivazioni addotte dalla Provincia non hanno alcun fondamento. Il comportamento è incomprensibile e lascia ancora una volta sgomenti ed ha indotto me e il sindaco Roberto Pizzoli a chiedere al Prefetto la convocazione di un tavolo urgente per trattare l'importantissima questione».
PREOCCUPAZIONE
Si dice preoccupata Bertaggia: «Qualora non si dovesse dar corso alle nuove graduatorie, non verranno assegnati circa 60 permessi con gravi risvolti sociali in termini di occupazione. Ben 60 famiglie verranno private di un reddito, questo è inconcepibile ed intollerabile rimarcando -. La posizione assunta dalla Provincia viola le disposizioni della Convenzione sottoscritta con il Consorzio, nella quale le parti si obbligano a raggiungere la massima occupazione e lede i diritti di tutte le persone che hanno i requisiti per l'assegnazione del permesso». Deluso di quanto sta accadendo Luigino Marchesini, presidente del Consorzio dichiara: Pensavo che la Provincia dopo la proroga avesse cambiato posizione, sono invece molto amareggiato da questo atteggiamento. Ero convinto che con quel capitolo si fosse aperto un nuovo dialogo, a quanto pare non è così». Il presidente si dice preoccupato per l'occupazione: «Si tratta di una sessantina di permessi, ossia persone, famiglie. Praticamente come una piccola azienda che rimane bloccata e non riesce a produrre reddito. Abbiamo persone che vogliono andare a lavorare, ne hanno bisogno oltre che diritto e invece è arrivato questo nuovo diniego che blocca la graduatoria. Valuteremo cosa fare».
PESCA ABUSIVA
«È giusto e doveroso combattere la pesca abusiva nelle acque interne, senza però penalizzare i tanti pescatori professionali che non possono essere automaticamente equiparati a bracconieri». È quanto chiedono i consiglieri del Partito Democratico Francesca Zottis e Graziano Azzalin a proposito del provvedimento in discussione in commissione Agricoltura alla Camera, ovvero la proposta di modifica dell'articolo 40 della legge 154/2016 riguardante il bracconaggio ittico nelle acque interne. «La modifica prevede il divieto della pesca professionale in tutte le acque dolci (fiumi, canali) ad esclusione di quelle lagunari, salmastri e alcuni grandi laghi e laghi minori. Se l'obiettivo è condivisibile, non nascondiamo la preoccupazione per un divieto così esteso che comporta un grave danno all'economia legata ai pescatori professionali. In alcuni territori esiste un indotto storicamente e culturalmente importante legato ai pescatori professionali di acque interne che non sono certo bracconieri.
Anna Nani
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