LA PROTESTA
TRECENTA «Il San Luca dedicato al Covid-19 resta senza Pronto

Venerdì 3 Aprile 2020
LA PROTESTA TRECENTA «Il San Luca dedicato al Covid-19 resta senza Pronto
LA PROTESTA
TRECENTA «Il San Luca dedicato al Covid-19 resta senza Pronto soccorso, perché Zaia non ha preso in prestito qualche clinica privata per evitarlo? E dopo l'emergenza l'ospedale tornerà ad avere tutti i servizi?».
OSPEDALE COVID-19
È Guglielmo Brusco, ex assessore provinciale alla Sanità di Rovigo, a porre domande sulle scelte che stanno interessando il nosocomio dell'Alto Polesine, individuato come struttura dedicata ai pazienti affetti da Covid-19. Il rappresentante di Rifondazione comunista polesana riferisce di una nota indirizzata agli addetti ai lavori con cui Paolo De Pieri, direttore della Funziona ospedaliera dell'Ulss 5, lunedì ha informato del fatto che il Pronto soccorso dell'ospedale di Trecenta viene trasformato in un Punto di primo intervento di base.
ADDIO PRONTO SOCCORSO
«Quindi, come stabilito dalla Regione, si parla di base medicalizzata di soccorso territoriale, assistenza alle persone che si presentano spontaneamente, stabilizzazione e trasporto di pazienti al pronto soccorso di riferimento, diagnostica di base per screening delle patologie maggiori ed erogazione di prestazioni sanitarie minori spiega Brusco Insomma, al San Luca da oggi non c'è il Pronto soccorso. C'è invece un punto di primo intervento con un medico che potrebbe anche essere non essere presente, magari perché impegnato nel trasferimento di un paziente critico a un Pronto soccorso».
PERSONALE RIDOTTO
In caso di assenza del medico, la continuità di funzionamento sarà garantita da un infermiere dedicato alla struttura. «L'ospedale di Trecenta quindi sarà svuotato di gran parte dei normali servizi necessari alla gente e gli altopolesani dovranno emigrare per gran parte delle cose che riguarderanno la loro salute, anche per il Pronto soccorso cui si dovranno rivolgere per eventuali urgenze importanti rileva Brusco, che si rivolge direttamente al governatore Ma perché, caro Zaia, non avete preso in prestito qualche clinica privata polesana per affrontare il Coronavirus e non avete lasciato che gli altopolesani potessero curarsi normalmente? Non era possibile avere un decisivo e immediato supporto dei privati che lasciasse libero e funzionante l'ospedale pubblico?».
VISITE ED ESAMI SALTATI
Il rappresentante di Rifondazione si chiede poi quante visite ed esami gli altopolesani salteranno per l'impossibilità di macinare tanti chilometri per spostarsi altrove e quanto costeranno loro in termini economici e di disagio i ricoveri in ospedali più lontani. Infine l'interrogativo sul futuro della struttura ora riservata ad affrontare l'emergenza sanitaria causata dal nuovo coronavirus. «Il San Luca tornerà ad essere l'ospedale con tutti i servizi che aveva precedentemente, in primis il Pronto Soccorso, magari quelli prima dei tagli pesantissimi che Zaia e soci hanno fatto nel 2013? Anche per riconoscenza nei confronti degli altopolesani, cittadini più di altri sottoposti a sacrifici per il totale funzionamento dell'ospedale per fronteggiare l'epidemia - conclude Brusco - Il sindaco di Trecenta Antonio Laruccia e gli altri sindaci altopolesani cosa dicono in merito?».
Ilaria Bellucco
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