L'Ulss promossa senza eccellere Ridotto a 4,3 milioni il passivo

Giovedì 4 Giugno 2020
L'Ulss promossa senza eccellere Ridotto a 4,3 milioni il passivo
L'ANALISI
ROVIGO Il pagellone delle Ulss vede l'azienda sanitaria polesana pienamente promossa, anche se senza lode. Il gran lavoro svolto sul fronte del contenimento del contagio non c'entra: tutto si riferisce al 2018, perché i tempi di correzione dei compiti non sono stati proprio tempestivi. Il punteggio finale di 89/100, ampiamente al di sopra della sufficienza fissata a 70, la vede a metà classifica fra le nove sorelle: meglio fanno Ulss 1 Dolomiti, Ulss 3 Serenissima, Ulss 2 Marca Trevigiana e Ulss 8 Berica, rispettivamente con 95,13 punti, 94,28, 91,51 e 89,94, mentre peggio fanno Ulss 4 veneto Orientale, Ulss 6 Euganea, Ulss 7 Pedemontana e Ulss 9 Scaligera, con 88,09, 86,86, 83,75 e 79,76. Il direttore generale dell'Ulss 5, Antonio Compostella, si dice «moderatamente contento di questa posizione, non è male essere a metà classifica, in passato la performance era stata peggiore, ma quello che in questo momento mi dà maggiore soddisfazione è il risultato ottenuto con il bilancio 2019».
I CONTI
Tale consuntivo viene chiuso con un passivo di 4,3 milioni: meno della metà rispetto ai 10,7 del 2018 e meno di un terzo rispetto a quella del 2017. Non solo: il tetto di sforamento ammissibile era stato fissato a 14 milioni di passivo. «E questo - aggiunge Compostella - anche a fronte di importanti investimenti che sono stati fatti».
Per quanto riguarda i voti, la valutazione dei direttori generali si articola su tre voci: un punteggio assegnato dalla giunta regionale che pesa per il 60%, uno dalla conferenza dei sindaci, che influisce per il 20%, e uno dalla quinta commissione regionale, per l'altro 20%. Il voto della Conferenza dei sindaci a Compostella su qualità ed efficacia dell'organizzazione dei servizi socioassistenziali sul territorio è stato il massimo, 20 su 20. Quello della commissione regionale di mezzo punto inferiore: 19,5. Il voto, su criteri numerici, tiene in considerazione una serie di parametri dal rispetto delle schede di dotazione alla progressione del piano di adeguamento della dotazione assistenziale territoriale, della percentuale della libera professione e quello dei volumi assegnati alle strutture private, dai volumi di prestazioni all'attivazione delle reti cliniche fino ai tempi di attesa.
È su quest'ultima voce che l'Ulss Polesana ha perso mezzo punto, unica fra tutte le Ulss. «Ha pesato una performance inferiore alle previsioni anche da parte della sanità privata convenzionata», spiega Compostella. Nessun commento sul voto non al top, 49.5 su 60, arrivato dalla Giunta, sempre sulla base di parametri numerici che misurano la garanzia dei Livelli essenziali di assistenza, i Lea, nel rispetto dei vincoli di bilancio, in relazione al raggiungimento degli obiettivi assegnati.
Storicamente, il problema del Polesine è sempre stato soprattutto di sforamento della spesa. «La scarsità demografica che caratterizza il Polesine amplifica la costosità dei servizi, rendendoli inevitabilmente non competitivi nel confronto con altre realtà», si sottolinea nella relazione al bilancio 2019. Vengono giudicati negativamente, per un discorso di costi, aspetti come la spesa sanitaria pro capite, la spesa farmaceutica, il numero di ricoveri per gli over 65 e di quelli in day hospital con finalità diagnostica, anche se il fatto che si spenda per queste voci, per i cittadini, non è poi così un male.
F.Cam.
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