L'INCHIESTA
ROVIGO Una commissione regionale d'inchiesta avrà tempo fino

Domenica 18 Agosto 2019
L'INCHIESTA
ROVIGO Una commissione regionale d'inchiesta avrà tempo fino al 30 settembre per capire come sia potuto accadere all'Iras di Rovigo una vicenda come quella su cui ha fatto luce la Squadra Mobile, svelando vessazioni, angherie e violenze gratuite di alcuni operatori contro ospiti non autosufficienti della struttura di San Bortolo. Il gip del Tribunale di Rovigo ha emesso nove misure interdittive cautelari nei confronti di sette operatori sociosanitari (dipendenti dell'Iras) e due operatori di una cooperativa addetta del servizio di pulizia che lavoravano all'interno della casa di riposo nel quartiere San Bortolo.
DECRETO URGENTE
E ieri, con decreto urgente del direttore regionale dell'area Servizi sociali, l'assessore regionale alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin ha istituito una commissione per le verifiche amministrative su quanto accaduto. L'Iras, per il momento, ha sospeso il personale coinvolto nella vicenda dopo la notifica del divieto di svolgere attività professionale al personale indagato. La commissione è costituita da tre professionisti della sanità e del sociale: Giuseppe Gagni, dirigente della Direzione Servizi Sociali della Regione; Giacomo Vigato, avvocato e direttore dell'unità Affari Generali e Assicurativi dell'Azienda Zero; Achille di Falco, direttore dell'unità Formazione e Sviluppo delle professioni sanitarie dell'Azienda Zero.
RELAZIONE ENTRO SETTEMBRE
I tre professionisti, che non percepiranno alcun compenso per tale incarico, dovranno produrre entro il 30 settembre un'analisi dettagliata sull'accaduto, acquisire ogni informazione utile dal punto di vista amministrativo, organizzativo e gestionale e indicare alla Regione i possibili provvedimenti amministrativi da adottare.
L'ASSESSORE
«Quanto è accaduto a Rovigo è di una gravità estrema ha dichiarato Lanzarin e la Regione, nel pieno rispetto del lavoro di indagine degli organi inquirenti e della Procura di Rovigo e della presunzione di innocenza per tutti gli inquisiti, ha il dovere di fare chiarezza su come si sia potuta determinare tale situazione, quali siano le procedure in essere, come avvenga la selezione, la formazione e l'organizzazione del lavoro del personale, quali siano i sistemi di verifica e di controllo e gli strumenti di prevenzione. Nel rispetto della piena autonomia degli organi inquirenti, che dovranno accertare e sanzionare eventuali responsabilità personali, la Regione ha la responsabilità di sottoporre a verifica il sistema e di individuare eventuali falle o deficit organizzativi al fine di evitare che situazioni simili abbiano a riproporsi e per poter garantire ad ospiti e familiari il diritto ad una assistenza dignitosa e qualificata, nonché agli operatori dell'assistenza e alle comunità locali la fiducia nella legalità e la certezza nei principi della buona amministrazione».
La Regione, che da tre anni ha posto sotto commissariamento la struttura assistenziale rodigina, prima con l'avvocato Tiziana Stella e attualmente con Rodolfo Fasiol, si costituirà parte offesa qualora si arrivi ad un processo. A rivelarlo è il presidente Luca Zaia: «I fatti accaduti a Rovigo ci inquietano profondamente sottolinea il governatore veneto - Non possiamo tollerare che nei confronti di persone deboli e fragili, come anziani non autosufficienti, siano perpetrati comportamenti offensivi, umiliazioni e atti di violenza, lesivi della dignità delle persone. Andremo fino in fondo perché sia fatta chiarezza, qualora qualcuno abbia sbagliato e le responsabilità siano acclarate con sentenza dai giudici, chiederemo il massimo delle pene previste».
Alberto Lucchin
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