L'INCHIESTA
ROVIGO Le azioni di circa ottomila soci erano andate in fumo da un

Domenica 16 Giugno 2019
L'INCHIESTA ROVIGO Le azioni di circa ottomila soci erano andate in fumo da un
L'INCHIESTA
ROVIGO Le azioni di circa ottomila soci erano andate in fumo da un giorno all'altro: 19 milioni di euro evaporati all'improvviso. A tre anni dalla liquidazione coatta dell'ex Banca di credito cooperativo Crediveneto di Montagnana, sette ex vertici della Bcc sono indagati per falso e aggiotaggio: reati su cui indaga la Guardia di Finanza.
GRUPPO DIFESA SOCI
Lo ha rivelato il Gruppo difesa soci ex Bcc Crediveneto, che riunisce circa 200 soggetti titolari di quote sociali dell'istituto, e a cui è stata notificata da parte della Procura di Rovigo la proroga delle indagini preliminari. «Appare evidente scrive il comitato che il dissesto della banca e il conseguente azzeramento del valore delle quote sociali traggano la propria origine da numerose e macroscopiche irregolarità, non solo contabili, commesse negli ultimi anni». Nel 2018 il comitato, seguito dall'avvocato Matteo Moschini aveva presentato due esposti, nella speranza di ottenere giustizia dopo la liquidazione coatta del 6 maggio 2016. Una procedura avviata dall'allora ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan su richiesta della Banca d'Italia. Il motivo? La Bcc era sprovvista delle garanzie necessarie per esercitare le proprie funzioni. Un fulmine a ciel sereno per i soci, venuti a conoscenza della liquidazione coatta soltanto due giorni dopo, durante l'assemblea per l'approvazione del bilancio. In quello del 2016 c'era un buco di 76 milioni di euro. Eppure l'anno prima la banca aveva chiuso i conti con un attivo di 800mila euro.
LA CESSIONE
I commissari liquidatori hanno ceduto la parte attiva a Banca Sviluppo al prezzo simbolico di un euro; il passivo è stato assorbito invece da un fondo di garanzia romano. A nulla era valso il ricorso presentato da un comitato di circa 600 soci al Tar del Lazio. Il 25 maggio 2017 la Banca d'Italia aveva inflitto sanzioni per 384mila euro, sei mesi dopo, per alcune figure apicali era arrivata un'ulteriore sanzione di 232mila euro da parte di Consob. Anche un secondo comitato di salvaguardia dei diritti e interessi dei soci ha intrapreso le vie legali presentando un esposto alla Procura di Verona. «Ci siamo rivolti anche alla Commissione e al Parlamento europeo denunciando i diritti all'informazione e al contraddittorio che ci sono stati negati. Un aspetto afferma il presidente Terenzio Zanini che si somma al danno economico al territorio e individuale: ai creditori traditi è stato riconosciuto (ma non ancora versato) il modesto risarcimento di altre banche liquidate in modo coatto: il 30%».
Maria Elena Pattaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci