L'allarme di Confindustria: «L'economia è in ginocchio»

Sabato 21 Marzo 2020
LO SCENARIO
ROVIGO Il decreto Cura Italia è una prima medicina, ma ne serviranno altre per guarire il paziente e rilanciare l'economia nazionale e rodigina. Gian Michele Gambato, vicepresidente di Confindustria Venezia-Rovigo, analizza i provvedimenti decisi dal Governo Conte: «Le misure contenenti nel Cura Italia sono emergenziali. È un provvedimento ampio, con tanti articoli relativi al campo sanitario e a quello del lavoro. Ce ne saranno altri, capiremo come si evolverà la situazione. Certamente - ammette - rinviare il pagamento dell'Iva di quattro giorni non è una soluzione felice e 25 miliardi di euro non bastano a risolvere l'emergenza. Siamo in un contesto difficile, arriveranno altri interventi, queste sono operazioni tampone».
RIPERCUSSIONI PESANTI
Covid 19 e pesanti ripercussioni economiche per la provincia di Rovigo, come ammette Gian Michele Gambato: «Alcune aziende stanno operando, soprattutto quelle impegnate nella battaglia sanitaria. Altre sono aperte ma con grandi difficoltà, in alcuni casi ci sono stati contagi interni (alla Cargill di Castelmassa, ndr). Tra i problemi registrati la chiusura delle frontiere. Nessuno, al momento, si sente di fare valutazioni di prospettiva, nemmeno tra le realtà aziendali a capitale straniero. Vedremo come cambierà il contesto complessivo, sicuramente servirà il supporto del mondo bancario. E il sostegno della politica europea sarà fondamentale, sia per gli aiuti, che per il rilancio e la ripresa. Ci saranno ripercussioni, ma l'Italia ha sempre avuto un mercato forte e potrà riprendersi».
INVESTIMENTI BLOCCATI
Il virus, che fa paura anche in Polesine, mette il freno ai maxi investimenti sulla Zona logistica semplificata. Il vicepresidente di Confindustria Venezia-Rovigo spiega: «Pochi giorni prima che scoppiasse l'emergenza Coronavirus, si stavano mettendo in moto canali e processi con la Regione Veneto, per dare il via al Piano strategico, elemento motore e strumento di attrazione che sarebbe stato molto importante. Poteva creare le condizioni di attrattività, individuare le aree e le caratteristiche morfologiche. Dovremo aspettare qualche mese e capire in quale contesto ci troveremo, per definire una nuova e condivisa strategia».
La Zls coinvolge sedici comuni del Polesine e l'area metropolitana di Venezia. Secondo le stime di Confindustria, sarebbero disponibili 385 ettari attualmente dismessi e abbandonati che, se inseriti nella Zls, potrebbero attivare 26mila posti di lavoro e 2,4 miliardi di euro. Numeri che potrebbero significare una rinascita economica per il Polesine, ma al momento tutto rimane in stand by, perché come dichiara lo stesso Gambato, «dobbiamo rimanere in casa, guardare fuori dalla finestra con fiducia, la cosa più importante adesso è la salute».
Alessandro Garbo
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