L'allarme del vescovo: «Troppi gruppi politici»

Giovedì 14 Febbraio 2019
LA DIOCESI
ROVIGO «Non mi stupisco che a Rovigo ci sia questa crisi politica in atto. Basta vedere i tanti gruppi presenti in aula consiliare per capire che è molto difficile perseguire un obiettivo comune».
CAPO DELLA DIOCESI
A dirlo è il vescovo Pierantonio Pavanello, a margine della conferenza stampa con cui ieri mattina ha presentato un convegno proprio dedicato alla leadership politica in Polesine, intesa nelle sfaccettature sia di ordine sociologico che formativo. «Quello che sta avvenendo qui a Rovigo rivela quanto profonda sia la crisi che sta vivendo la politica - ha sottolineato monsignor Pavanello - A mio avviso per uscire da tutto questo bisognerebbe tornare ai concetti più profondi di polis, ossia l'arte antica del governare la città. Per attuare questo procedimento però, bisogna prima che ci siano unità e coesione di intenti tra i cittadini. Perchè quello che vediamo non è solo la conseguenza delle scelte di alcuni politici, ma è anche dovuto ai comportamenti della cosiddetta comunità umana, a livello non solo di scelte politiche. Non vanno dimenticati gli aspetti economici, sociali, religiosi. Si è perso del tutto il senso di città».
CONSULTA DIOCESANA
Anche per questa ragione la Consulta diocesana delle aggregazioni laicali, assieme all'Accademia dei Concordi, ha organizzato Città e cittadini al cuore della democrazia, incontri di formazione socio-politica. Fino al 12 aprile, ogni due settimane, il venerdì alle 18, nella sala Oliva dei Concordi, sono previsti appuntamenti con dodici relatori d'eccezione.
FRAMMENTAZIONE POLITICA
«Quello che più mi colpisce nella crisi politica di Rovigo è la frammentazione partitica - afferma il vescovo - Ci sono infatti tantissimi gruppi all'interno del consiglio comunale e ognuno di loro ha i suoi obiettivi. Si assiste dunque ad una sorta di spappolamento generale. E' dunque difficile avere un traguardo comune. Questo inevitabilmente si riproporrà anche con le nuove elezioni amministrative. E' un problema che ha radici ben più profonde di quello che si pensa, al di là di quello che sono le motivazioni politiche e amministrative. Va rivisto il tessuto della città capoluogo, che tra l'altro è lo stesso di quello che sta avvenendo a livello nazionale, dove gli stessi alleati al Governo sono gli uni contro gli altri. In pratica si rischia di disgregare la nazione».
RECUPERO DELLA POLIS
Qualche anticipazione il vescovo l'ha data anche sul Festival Biblico di maggio, che sarà anch'esso imperniato sulla polis e avrà il suo momento-clou nel fine settimana tra il 17 e il 19. «Vogliamo essere una Chiesa che vive dentro la società civile e che si sente partecipe delle attese e delle prospettive della gente. Non a caso nel convegno di sabato le parole leadership e partecipazione sono state messe assieme. Sono in Polesine da tre anni e sono convinto che la nostra terra abbia delle risorse e tante eccellenze, ma bisogna farle coagulare per metterle insieme. Ho notato che questa è una grande difficoltà, perchè non c'è rete e collaborazione».
PROGETTI CONDIVISI
L'incontro di sabato al Don Bosco era stato pensato per tempo, ossia ben prima che il sindaco Massimo Bergamin decidesse di azzerare la giunta. «Mi ero comunque preparato su questo argomento, in quanto sapevo che c'era il rischio che i giornalisti, visto il titolo della manifestazione di sabato mattina, mi potessero chiedere un parere su quanto sta avvenendo in città - sorride monsignor Pavanello - Il convegno vorrebbe sollecitare una presa di coscienza da parte dei cittadini e delle forze sociali ed economiche della necessità di unire tra loro le forze, per lavorare a progetti condivisi di sviluppo, che valorizzino le risorse naturali e umane del Polesine. Purtroppo in questi ultimi anni, sono prevalsi i protagonismi personali, gli interessi di gruppi, il particolarismo delle comunità piccole e grandi. Su questa strada non ci sarà alcun tipo di sviluppo, ma solo l'impoverimento e l'abbandono della nostra terra».
Marco Scarazzatti
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