L'accusatrice dell'ex pm ci ripensa e ritira la querela

Venerdì 28 Settembre 2018
L'accusatrice dell'ex pm ci ripensa e ritira la querela
SEXY-TOGHE
ROVIGO Un colpo di scena che cambia decisamente la prospettiva di lettura di una vicenda che ha interessato le cronache nazionali guadagnandosi la ribalta televisiva, il famoso caso delle stagiste in minigonna che ha travolto l'ex consigliere di Stato Francesco Bellomo e l'ex pm della Procura di Rovigo, il padovano Davide Nalin, il primo destituito, il secondo sospeso e collocato fuori ruolo, accusati di atti persecutori e lesioni personali gravi in concorso, nei confronti di una 32enne di Piacenza.
ESPOSTO DEL PADRE
Proprio l'esposto presentato dal padre della giovane era stato uno dei fattori che avevano portato alla luce l'ormai famoso contratto che i borsisti della scuola di formazione giuridica avanzata Diritto e scienza, specializzata nella preparazione al concorso in magistratura, dovevano sottoscrivere, accettando fra le clausole quella di seguire canoni di abbigliamento a base, per le donne, di minigonne e tacchi alti, nonché quella del giudizio sui rispettivi compagni e fidanzati. Nell'udienza preliminare di ieri mattina di fronte al gup Luca Milani, infatti, è arrivato il ritiro della querela presentata dalla borsista piacentina, che aveva avuto una relazione con Bellomo e che lo aveva poi accusato di averla insultata, minacciata e sottoposta a interrogatori di vario genere, anche incrociati, sulla precedente vita sessuale. Richieste accompagnate dalla frase minacciosa: «Se non confessi, la nostra ricostruzione verrà messa nella rivista e tutta Italia saprà che sei una troia».
COMPLICITÀ
Il tutto sarebbe avvenuto la complicità di Nalin, che, in un'occasione avrebbe chiesto alla ragazza di inviare foto sue nuda accondiscendendo alla richiesta dell'amico. Un quadro di pressioni che le avrebbero ingenerato un gravissimo stato di stress e ansia. Ieri, però, la querela è stata ritirata e con essa la richiesta di costituzione di parte civile della ragazze e dei suoi genitori. E' stato, infatti, trovato un accordo conciliativo. Un passaggio che segna una svolta importante, visto che lo stalking è procedibile d'ufficio solo in casi diversi da quello che verrebbe configurato e che, quindi, resterebbe in piedi solo se appoggiato dalla eventuale sussistenza dell'altro reato, quello delle lesioni personali gravi, a loro volta procedibili d'ufficio solo in presenza di una patologia con più di 20 giorni di prognosi. Ma che la condotta di Bellomo e di Nalin, le abbiano davvero provocato una malattia nel corpo o nella mente, secondo il giudice per le udienze preliminari, è una questione che a questo punto deve essere attentamente approfondita, tanto che ha deciso di disporre una perizia per accertare il rapporto causa-effetto, aggiornando l'udienza al 6 novembre.
Francesco Campi
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