ISTRUZIONE
ROVIGO «In che scuola andrà mio figlio?». È la

Domenica 19 Novembre 2017
ISTRUZIONE
ROVIGO «In che scuola andrà mio figlio?». È la domanda che alcuni genitori ieri pomeriggio si ponevano entrando al liceo Celio, partecipando con i propri figli a Scuole aperte, l'attività di orientamento per gli studenti della terza media.
Il dibattito che in questi mesi sta tenendo banco, il destino dell'istituto linguistico e classico di Rovigo, sta creando confusione in molti genitori che già si interessano al percorso formativo dei propri figli ancora impegnati negli studi intermedi.
Da tempo pare che l'edificio di via Badaloni, le cui condizioni estetiche e strutturali sono difese a spada tratta da alcuni insegnanti e studenti, sia ormai destinato alla chiusura, con relativo trasferimento degli studenti all'ex Marco Polo di via De Gasperi, in Commenda.
IDEE OPPOSTE
I genitori che ieri accompagnavano i figli al Celio per scoprire il programma scolastico si sono dimostrati divisi nelle risposte alla domanda se preferirebbero il Celio in centro o in Commenda. Alcuni preferirebbero il trasferimento, altri vorrebbero rimanere in centro. Le motivazioni sono diverse e dipendono soprattutto dal mezzo di trasporto utilizzato dai giovani per raggiungere le lezioni mattutine. L'uso dell'autobus, piuttosto che dello scooter o dell'auto, determina in maniera decisiva la scelta.
«Veniamo da Lendinara - raccontano i genitori di Vittoria e Alessia - e dal punto di vista logistico sarebbe senz'altro più comodo raggiugere il Marco Polo. Vediamo come andranno le cose».
Di parere simile anche il giovane Andrea con la madre Monica: «In Commenda sarebbe comodo per il trasporto». «Mio figlio verrebbe qui al mattino, la scuola è chiusa di pomeriggio e sicuramente non ravviverebbe il centro storico - racconta Emanuele - senza contare che sarebbe bello che via Badaloni venisse finalmente chiusa al traffico, quindi alcuni genitori la smetterebbero di portare i figli fin sulla porta della scuola».
NO AL TRASLOCO
Altri genitori, invece, la pensano come le due associazioni a difesa dello storico edificio, Celio in Centro e Amici del Celio. «Diamo vita a questo centro città - sostiene Elena, madre della giovane Giada - mia figlia verrebbe in autobus da Grignano e non dovrebbe fare il cambio di mezzo, come invece sono costretti a fare alcuni suoi amici che frequentano Itis e liceo scientifico».
A supportare la tesi di Elena anche la madre di Jade, Carly, e quella di Alice e Adele, Cristina, che vorrebbero anche loro che il Celio rimanesse dove si trova.
DECISIONI
Per ironia della sorte, il destino del liceo Celio dipende dalle finanze dell'omonimo palazzo Celio, dove ha sede la Provincia, in quanto gestore dell'edificio. La scelta di trasferire gli studenti risale ancora all'estate 2016, dettata da principi di risparmio economico, oltre che da praticità per i frequentanti. Il presidente dell'ente, Marco Trombini, nel sostenere la posizione assunta all'epoca, ribadisce l'importanza di questo cambiamento anche dal punto di vista gestionale. Gli studenti avrebbero finalmente a disposizione una palestra all'interno dell'istituto, mentre oggi per l'educazione fisica i liceali devono recarsi in viale Trieste, viale Marconi o alla Ragioneria.
Mercoledì scorso in Gran guardia si è tenuto un incontro aperto al pubblico organizzato dai comitati a difesa della scuola. All'appuntamento i relatori hanno sostenuto che una scelta come quella paventata dalla Provincia sia una minaccia alla cultura cittadina, non dettata da ragioni di sicurezza per alunni e personale. Intanto lunedì scorso pioveva all'interno dei corridoi.
In tutto questo, una cosa è certa: è tempo di scegliere, in un senso o nell'altro.
Alberto Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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