INTERPORTO
ROVIGO Finora solo le aziende non inquinanti potevano insediarsi nell'area

Domenica 24 Giugno 2018
INTERPORTO
ROVIGO Finora solo le aziende non inquinanti potevano insediarsi nell'area dell'Interporto, ma se approderà in aula la modifica alla quale sta lavorando la consigliere comunale Alba Maria Rosito anche quelle più pericolose potranno avviare la produzione.
COMITATO IN ALLARME
A rivelarlo è il Comitato per la salvaguardia e la salute dell'ambiente di Borsea, Sant'Apollinare, Pontecchio e Bosaro, che vedono con terrore la possibilità di respirare sostanze inquinanti nelle proprie case. La consigliere di Presenza Cristiana Rosito, in passato assessore ai Lavori pubblici con la giunta di Bruno Piva, ha spiegato nei giorni scorsi di essere al lavoro su una modifica dell'articolo 23 delle Norme Tecniche Urbanistiche dell'Interporto. Il paragrafo che Rosito e parte della maggioranza stanno pensando di eliminare prevede che l'autorizzazione all'insediamento di aziende nell'area deve prima ricevere un parere espresso positivo dall'Arpav (l'azienda regionale dell'ambiente) e dall'Ulss 5 Polesana.
ADDIO PARERE DELL'ARPAV
La necessità di questa pesante modifica, a loro dire, consentirà una facilitazione per le aziende interessate ad avviare processi produttivi o logistici senza limitazioni eccessive. L'articolo, per la sua maggior parte, è stato scritto durante la Giunta di centrosinistra di Fausto Merchiori.
AVEZZÙ CONTRARIO
Paolo Avezzù, che all'epoca era all'opposizione, spiega che all'epoca ci fu da parte sua la totale «contrarietà, come di tutto il centrodestra. Per il fatto che, con il motivo di evitare insediamenti inquinanti all'Interporto, di fatto si impediva, e si impedisce tuttora, nuovi insediamenti produttivi, anche non inquinanti o pericolosi, all'Interporto, costituendo un grave impedimento allo sviluppo logistico dell'Interporto di Rovigo».
AZIENDE BOCCIATE
In passato alcune aziende provarono a insediarsi nella zona dell'interporto. La prima, la Ecoservizi, voleva avviare un impianto di depurazione di fanghi tossici di Marghera e fu cacciata dopo un primo avallo da parte del Comune. La seconda, la lussemburghese E-Factory, voleva creare energia dall'olio di colza. Dopo la valutazione ambientale, che paragonava l'inquinamento prodotto al traffico incessante di mille auto diesel ogni giorno ogni anno, arrivò l'ordine dal Consiglio di Stato di abbattere l'alterazione ambientale sviluppando un piano di teleriscaldamento che però non venne mai realizzato e si ritirarono. Dopo di loro fu il turno di un'azienda di clinker (in pratica, un cementificio) e della Trentin Ghiaia. Anche per loro ci furono aspre battaglie sui banchi della giustizia, tutti in favore dei residenti di Borsea. Tutto questo fu reso possibile dall'articolo 23, che ha al tempo stesso consentito ad altre aziende non inquinanti di usare l'area per produrre o stoccare merce non pericolosa. Ora il Comitato vede con terrore la possibilità di qualche cambiamento e si stanno muovendo con dibattiti pubblici (a cui inviteranno proprio la Rosito) per parlarne con la comunità.
MODIFICA SOSPETTA
Il consigliere Matteo Masin, all'opposizione e facente parte del Comitato stesso, chiede quali siano le necessità di una simile modifica. Mi piacerebbe sentir dire, finalmente, quali sarebbero le attività non inquinanti che avrebbero difficoltà ad insediarsi in area Interportuale dice A me risulta che gli unici che, finora, non sono riusciti a superare i vincoli imposti dal 23, siano solo attività insalubri, rientranti nell'elencazione del regio decreto del 1934, tuttora unica normativa di riferimento. Ma, se la collega vuole, posso anche elencare alcune attività non riconducibili a quella categoria e che, quindi, hanno ottenuto il permesso ad insediarsi, nonostante l'articolo (e non sono produttrici di fiori). A questo punto mi chiedo perché la consigliere Rosito, di Presenza Cristiana, senta la necessità di fare proposte che, già sa, metteranno in imbarazzo parecchi della sua parte, obbligando l'opposizione ad alzare il livello di scontro?».
Alberto Lucchin
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