INQUINAMENTO
ROVIGO Capoluogo del Polesine a un passo dalla top ten in Italia,

Giovedì 24 Gennaio 2019
INQUINAMENTO
ROVIGO Capoluogo del Polesine a un passo dalla top ten in Italia, ma comunque all'undicesimo posto. Peccato che la classifica sia quella delle città più inquinate del nostro Paese e che, appunto, il trovarsi ai vertici di questa graduatoria porti ben poco lustro. Non solo delle polveri sottili, ma anche dell'ozono.
RAPPORTO MAL'ARIA
A mettere insieme i due dati è Legambiente, che nel dossier Mal'Aria di città 2019 sottolinea come «nel 2018 sono stati superati i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili o per l'ozono in ben 55 capoluoghi di provincia. In 24 dei 55 il limite è stato superato per entrambi i parametri, con la conseguenza diretta, per i cittadini, di aver dovuto respirare aria inquinata per circa 4 mesi nell'anno. Capofila delle città che nel 2018 hanno registrato il maggior numero di giornate fuorilegge è Brescia con 150 giorni, seguita da Lodi con 149, Monza 140, Venezia 139, Alessandria 136, Milano 135, Torino 134, Padova 130, Bergamo e Cremona 127 e Rovigo 121. Tutte le città capoluogo di provincia dell'area padana, ad eccezione di Cuneo, Novara, Verbania e Belluno, hanno superato almeno uno dei de limiti, 35 giorni per il Pm10 e 25 per l'ozono».
POLVERI SOTTILI
Il dato delle polveri sottili, più costantemente monitorato, a Rovigo lo scorso anno ha visto il limite quotidiano del Pm10 fissato per legge a 50 microgrammi per metro cubo d'aria, come media giornaliera, da non superare per più di 35 giorni l'anno, oltrepassato per 49 giorni. Uno sforamento degli sforamenti che, da quanto vengono eseguiti questi monitoraggi, a Rovigo si è sempre verificato. Nel 2018 Rovigo è stata la 15esima città più inquinata d'Italia sul fronte del Pm10. Nel 2017 era andata persino peggio, perché le giornate nere erano state addirittura 80. Ma ancora peggio va, dal resoconto stilato da Legambiente, sul fronte dell'ozono. Come si legge nel dossier, «è spesso ritenuto un inquinante dimenticato, dato che si forma d'estate, nelle zone rurali e attraverso reazioni chimiche da gas precursori emessi principalmente in ambienti urbani. Secondo i dati Ispra, dopo il particolato, l'ozono è l'inquinante atmosferico che, per tossicità e livelli di concentrazione che possono essere raggiunti, incide maggiormente sulla salute umana. Può causare seri problemi anche all'ecosistema, all'agricoltura e ai beni materiali». L'obiettivo a lungo termine per la protezione della salute fissato con il decreto legislativo 155 del 2010 prevede un numero massimo di 25 giorni l'anno con concentrazioni superiori a 120 microgrammi per metro cubo.
CENTRALINA A BORSEA
Rovigo, con 72 giorni fuorilegge secondo quanto registrato dalla centralina di Borsea, si piazza all'11esimo posto, superata in Veneto solo da Venezia (Sacca Fisola) con 76. Legambiente indica «l'urgenza a livello nazionale di pianificare misure strutturali capaci di abbattere drasticamente le concentrazioni di inquinamento presenti e di riportare l'aria a livelli qualitativamente accettabili. Misure che spesso oggi mancano, dimenticando così che ogni anno in Europa, stando ai dati dell'Agenzia Europea per l'ambiente, sono oltre 422mila le morti premature all'anno per inquinamento atmosferico e l'Italia si colloca tra i paesi europei peggiori, con più decessi in rapporto alla popolazione, pari a più di 60mila nel solo 2015».
Il primo passo? Scendere dall'auto e usarla il meno possibile. Ma al di là dei comportamenti individuali, per Legambiente, serve la pianificazione, parola che a Rovigo sembra al momento dimenticata. «Occorre realizzare in primis un Piano nazionale contro l'inquinamento con misure strutturali ed economiche di ampio respiro e redigere Piani urbani di mobilità sostenibile».
Francesco Campi
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