Il sindaco pronto a fare una giunta, ma ridotta

Lunedì 18 Febbraio 2019
L'ATTESA
ROVIGO Oggi il sindaco dovrebbe annunciare la nuova giunta. Una squadra che potrebbe partire a ranghi ridotti, visto che si attende l'inserimento degli eventuali assessori in quota a Forza Italia e Lega, che pure hanno chiesto, come precondizione, che si arrivi a mettere insieme una maggioranza di 17 consiglieri. Un'operazione ora impossibile, ma il sindaco nominerà i nuovi assessori. Che tanto nuovi non saranno, visto che l'ipotesi è che vengano ripescati quelli ritenuti più affidabili dalla giunta azzerata.
I più quotati sono Susanna Garbo, leghista già assessore al Bilancio, Antonio Saccardin, di Presenza cristiana che aveva i Lavori pubblici, Andrea Bimbatti di Forza Italia, vicesindaco uscente, e Alessandra Sguotti, che fino al 31 gennaio aveva la delega alla Cultura. Quasi zero le possibilità di rivedere Luigi Paulon e Federica Moretti, basse anche quelle di Patrizia Borile e Stefano Falconi. Quattro, dunque, i papabili su otto. Il sindaco potrebbe fermarsi qui, aspettando l'imbeccata di Lega e Forza Italia. Fra i possibili nomi nuovi, sul fronte azzurro, si riaffaccia quello dell'architetto Alessandra Avezzù, già circolato quando le voci di rimpasto indicavano la possibile caduta della Moretti. Eva Grandi potrebbe essere il nome della ricucitura con Obiettivo Rovigo, potrebbe far capolino anche il nome di Stefano Bellinazzi. Per Cristina Folchini, a questo punto appare improbabile l'addio anticipato alla presidenza di Asm Set per un salto nel buio, coltivando altre ambizioni. Così come, sul fronte Lega, per Franco Berti, già assessore nella giunta Piva, il cui nome potrebbe tornare utile come possibile candidato sindaco.
Nulla di certo, solo voci. Così come quelle che vorrebbero un massiccio innesto di assessori pescati fra i consiglieri, a cominciare da Stefano Raule. Qualcuno sembra aver già detto no grazie. La giunta rischia di durare lo spazio di un mattino. Vero è che l'amministrazione non è il Governo e perché una giunta possa amministrare, non ha bisogno di un voto di fiducia. Il sindaco potrebbe formare la propria squadra e andare avanti anche senza maggioranza, cercando una variabile sui diversi atti da far passare, a cominciare dal bilancio, vero scoglio che per legge può provocare la decadenza. Operazione che stando alle dichiarazioni di responsabilità dei due consiglieri di opposizione, Antonio Rossini, di ispirazione tosiana, e Matteo Masin, ex Rifondazione comunista, potrebbe assere più facile del previsto, visto che entrambi, come anche Simone Dolcetto, uscito da Forza Italia dopo il caos sulla vicenda della commissione d'inchiesta sulla Fattoria e il siluramento dell'ex vicesindaco Ezio Conchi, hanno detto che sfiduciare un sindaco non fa per loro e voteranno in libero arbitrio volta per volta.
F.Cam.
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