Il presidente dell'Ordine dei Medici: «Avevamo dato l'allarme 10 anni fa»

Venerdì 19 Luglio 2019
Il presidente dell'Ordine dei Medici: «Avevamo dato l'allarme 10 anni fa»
L'ORDINE DEI MEDICI
ROVIGO «Un grido d'allarme che stiamo lanciando da tempo, almeno 10 anni». Francesco Noce, presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Rovigo e presidente della Federazione regionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri del Veneto, individua nel percorso di formazione dei nuovi camici bianchi il collo di bottiglia che sta portando alla cronica mancanza di medici sia negli ospedali e nelle strutture pubbliche sia nella medicina territoriale, quella più vicina ai cittadini.
FORMAZIONE DA RIVEDERE
«Si tratta spiega Noce di una carenza generalizzata in tutto il Veneto per la quale abbiamo lanciato un grido d'allarme principalmente perché non si riesce a completare la formazione dei medici di medicina generale, nel corso triennale post laurea, rispetto ai medici che vanno in pensione. È necessario che vengano aumentate le borse per i medici di medicina generale, così come devono essere aumentate per la formazione degli specialisti. Qualche aumento, in questo senso, negli ultimi anni c'è stato, ma non è ancora sufficiente. Le borse devono essere ulteriormente aumentate, come chiediamo da tempo, sperando di andare a regime nel giro di pochi anni». Il presidente Noce spiega anche che, come ente previdenziale dei medici, diverse proposte per far fronte all'emergenza sono state avanzate, ma «senza grosso ascolto prosegue Ad esempio, è stato proposto di inserire i giovani medici negli ultimi anni di formazione al fianco di medici prossimi alla pensione. L'ente si sarebbe fatto carico di pagare metà pensione e metà stipendio, liberando risorse per nuove borse di studio».
SITUAZIONE GRAVE
La situazione, insomma, è preoccupante e Noce non ne fa mistero: «Spero che le borse per i medici di medicina generale vengano aumentate al più presto. Il guado che si è creato ci preoccupa molto perché molti cittadini rischiano di restare senza medico mentre la popolazione invecchia inesorabilmente. Si calcola che in pochi anni ci sarà un ultra-65enne ogni tre abitanti, con cronicità e difficoltà di spostamento e difficoltà di accesso alle cure. E non ci sarà la possibilità di tenere aperti gli ambulatori che si trovano in luoghi sperduti del territorio come molti medici stanno facendo ora a proprie spese. La programmazione va completamente rivista e immediatamente risolta». Per questo motivo si riserva di approfondire la proposta della Regione avanzata dall'assessore Manuela Lanzarin di istituire i team di assistenza primaria al posto delle medicine di gruppo integrate «perché conclude così su due piedi non mi convince».
E.Bar.
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