Il Polesine raffredda l'autonomia

Lunedì 23 Ottobre 2017
Il Polesine raffredda l'autonomia
AUTONOMIA
ROVIGO L'onda del referendum autonomista non arriva oltre l'Adige, con il Polesine che fa un numero di votanti inferiore alla metà degli aventi diritto. Quella di Rovigo è l'unica provincia dove, seppur di un soffio, il quorum non è stato superato, con i votanti che si sono fermati al 49,9% degli aventi diritto. Un valore relativo, visto che conta quello regionale e che il resto del Veneto ha segnato il 57%.
L'ESITO
Il risultato delle urne non è mai stato in dubbio, con il sì largamente maggioritario nella conta delle schede, oltre il 98%, quello che invece è apparso meno sicuro del previsto è stato proprio il superamento del quorum. E se a livello regionale la quota è stata superata già nel tardo pomeriggio, il Polesine si è tenuto sempre un passo indietro, a conferma di una maggiore diffidenza verso una consultazione che aveva visto in prima fila la Lega Nord e il presidente della Regione Luca Zaia, ma che aveva ricevuto anche il sostegno a livello regionale dei vertici di tutti gli altri principali partiti, dal Pd, con la linea della segreteria veneta del sì critico, che oggi si può leggere come una nuova non vittoria, a Fratelli d'Italia, passando per Fare! e Movimento 5 stelle. Già a livello di rappresentanze territoriali c'erano state numerose prese di posizione fuori dal coro, a cominciare da quella del consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin che ha guidato la fronda interna divenendo uno dei principali punti di riferimento a livello regionale dell'astensionismo, non lesinando affondi ai suoi compagni di partito, seguito dall'onorevole Diego Crivellari. La linea del Pd polesano, ufficializzata dal segretario Giuseppe Traniello Gradassi, è stata per l'astensione.
Un'analoga presa di posizione, con uno strappo rispetto ai consiglieri regionali e ai parlamentari, l'ha espressa anche il Movimento 5 Stelle puntando all'astensione.
I N UMERI
Per quanto riguarda l'andamento, il primo aggiornamento di ieri sull'affluenza, a mezzogiorno, consegnava già un divario del Polesine rispetto alla media regionale, 16% a fronte del 21.1%. Il trend si è confermato anche nel secondo aggiornamento, alle 19: Veneto 50.1%, provincia di Rovigo 41.9%. A livello comunale, l'affluenza più alta a livello provinciale si è registrata a Lusia (62,1%), Rosolina (61,8%), Villanova del Ghebbo (61,5%) e Pettorazza (60,7%). E se a Rovigo ha votato il 47,6%, ad Adria il 48,8% e a Porto Viro il 56,9%, il numero più basso di votanti si è toccato a Ficarolo (30,9%), seguito da Occhiobello (35,2%). A Frassinelle i 690 elettori, il 51,8%, hanno tutti votato sì, ovvero il 100%, mentre il livello più alto di no, si registra proprio a Ficarolo, con il 4%.
I GIUDIZI
«Un risultato storico per il Veneto - commenta l'assessore regionale Cristiano Corazzari - e importante anche per il Polesine, dove esclusi i residenti all'estero, il quorum può dirsi raggiunto: come terra di confine non era facile sensibilizzare gli elettori su un tema dai forti caratteri identitari. Lavoreremo per legare sempre più questa terra al resto della regione». «Indubbiamente un successo di Zaia - sottolinea l'onorevole Diego Crivellari - in Polesine è mancato il plebiscito. Ora bisogna capire se la Regione ha effettivamente l'intenzione di aprire una trattativa seria con Roma o come temo, sarà solo un anticipo di campagna elettorale».
Francesco Campi
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