Il Po soffre per la secca e il carico pesante dei Pfas

Sabato 24 Luglio 2021
Il Po soffre per la secca e il carico pesante dei Pfas
AMBIENTE
ROVIGO Il Po è in secca e inquinato dai pesticidi. È un quadro poco rassicurante quello che emerge dalle analisi effettuate da Arpav e Legambiente sullo stato di salute del Grande fiume che rappresenta il confine meridionale del Polesine e del Veneto. Per puntare l'attenzione sulla cura della risorsa idrica dalle minacce dei cambiamenti climatici e dello sfruttamento delle risorse, Legambiente Rovigo ha organizzato un flash mob, nell'ambito della campagna Change climate change, sulla spiaggia del fiume a Gaiba, cui hanno partecipato oltre 40 persone: cittadini che hanno raggiunto la spiaggia a piedi, i soci di Fiab Occhiobello che sono arrivati in sella alle loro bici e quelli di Sandokan aps che hanno raggiunto il punto di ritrovo con le loro imbarcazioni.
L'OBIETTIVO
«Abbiamo lanciato un messaggio chiaro - spiega Giulia Bacchiega, presidente di Legambiente Rovigo - vogliamo che la lotta al cambiamento climatico e la tutela dell'ecosistema sia il motore delle politiche future per una vera transizione ecologica del nostro Paese. La lotta ai cambiamenti climatici deve essere il punto di coesione delle comunità cosa che diviene indispensabile soprattutto considerando il Po».
LA CAMPAGNA
Il fiume è stato la tappa finale dell'operazione condotta da Legambiente Veneto: una campagna itinerante dal titolo Operazione fiumi. Esplorare per custodire per conoscere, curare e valorizzare i corsi d'acqua e le comunità fluviali a partire da una fotografia puntuale di un tratto di fiume e dall'analisi dei dati ufficiali dell'Arpav, che si è conclusa ieri. Operazione fiumi nei mesi di giugno e luglio ha interessato le principali aste fluviali venete: Adige, Bacchiglione, Brenta, Sile, Piave, Livenza e Fratta Gorzone. Per quanto riguarda il Po, un team scientifico affiancato da volontari ha raccolto campioni e analizzato lo stato morfologico del fiume in sei punti. Secondo i dati raccolti da Legambiente nei sei luoghi monitorati, per i parametri considerati, lo stato del Po è risultato buono per quel che riguarda i valori di escherichia coli, fosfati, nitrati e ammoniaca, e anche la sua funzionalità morfologica nei punti a valle è risultata sufficiente. Ma è dalle analisi condotte dall'Arpav che la situazione del Grande fiume si fa più preoccupante. Dalle rilevazioni sull'intero bacino idrografico del Po è emerso che «lo stato chimico è risultato penalizzato dalla presenza di concentrazioni medie di Pfas superiori ai limiti di legge, in tutti i corpi idrici monitorati. Tra gli inquinanti specifici sono stati rilevati quattro superamenti dei valori medi annui previsti dalla normativa per i seguenti erbicidi: Ampa, prodotto di degradazione del Glifosate; Dicamba; Metolachlor Esa, prodotto di degradazione del Metolachlor. Nel 55% dei corsi d'acqua monitorati il livello dei nutrienti è risultato buono o elevato».
IL NODO PFAS
«Purtroppo - chiude Piero Decandia, direttore di Legambiente Veneto - siamo di fronte a un fiume che deve fare i conti con il grande problema dell'inquinamento da Pfas, una sofferenza che deve essere affrontata altrimenti sarà davvero difficile partecipare anche territorialmente alla ripresa del Paese in chiave di transizione ecologica e accedere alle risorse del Next generation Europe».
Elisa Barion
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci