Il nodo tamponi, l'Ulss 5 apre nuovi punti per l'esame

Martedì 12 Ottobre 2021
Il nodo tamponi, l'Ulss 5 apre nuovi punti per l'esame
IL PROBLEMA
ROVIGO Da venerdì il Green pass diventa obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro, nonché per partite Iva, Colf e badanti, così come lo è, dal mese scorso, per il personale scolastico. Come testimoniato anche dalle manifestazioni di domenica, il tema è fortemente divisivo e non a caso i sindacalisti, anche a Rovigo, non nascondono le preoccupazioni sul clima che si respira all'interno delle realtà più grandi. C'è anche e soprattutto un problema logistico-organizzativo che riguarda l'effettiva possibilità di effettuare il tampone. Infatti, seppure i non vaccinati siano una quota ridotta delle popolazione, sono concentrati nelle fasce d'età lavorativa. In Polesine i renitenti al vaccino sono ormai meno del 10% dei vaccinabili, ma si tratta di 24.400 persone fra i 20 e i 70 anni. E sono circa 10mila i lavoratori chiamati a tamponarsi da venerdì. Farmacie e punti tampone, così come organizzati finora, non sono in grado di reggere l'urto.
L'ORGANIZZAZIONE
Per questo l'Ulss ha annunciato di aver «previsto il potenziamento dei Covid point, sia in termini di sedi che di orario». Da domani, i test antigenici rapidi verranno eseguiti, oltre che nei tre Covid point funzionanti all'ospedale di Rovigo, al San Luca di Trecenta e alla Casa delle associazioni di Adria, anche nei centri vaccinali di Rovigo al Censer, di Lendinara al palazzetto dello sport e di Rosolina sempre al palasport, tutti i giorni, e sarà possibile pagare i 15 euro di costo sul posto. Per tutti i dettagli e gli orari di apertura è possibile consultare la pagina www.aulss5.veneto.it/Punti-COVID o chiamare, dalle 8 alle 20, il numero verde 800938880.
SINDACATI
Una richiesta che si sta levando da più parti è quella di allungare la durata di validità del tampone per il Green pass da 48 a 72 ore, ma c'è un ulteriore aspetto che viene evidenziato dal segretario provinciale della Uil Fpl di Rovigo, Cristiano Maria Pavarin: «Sul Green pass molto si è discusso, ma tralasciando un aspetto che chiediamo venga affrontato a un tavolo provinciale con i rappresentanti delle istituzioni. Secondo quanto previsto dal decreto legge 127 del 21 settembre, il Green pass è uno strumento per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro. Pertanto il costo non dovrebbe gravare sui lavoratori. Non solo: i lavoratori non in possesso della certificazione sono considerati assenti ingiustificati senza retribuzione fino alla presentazione della certificazione, ma senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro: questo pone le amministrazioni di fronte all'impossibilità di conoscere da un giorno all'altro la propria dotazione di personale e un Comune non può non sapere se l'indomani avrà in servizio i dipendenti sufficienti a garantire un servizio. Senza considerare che questo potrebbe paradossalmente ricadere sui lavoratori vaccinati, penalizzati con aggravi di lavoro e richieste di straordinario».
Da qui la richiesta di Pavarin alle amministrazioni «di aprire un tavolo nel quale si possa valutare uno stanziamento di scopo o una convenzione con l'Ulss o struttura, così da abbattere il costo dei tamponi per i dipendenti e scongiurare la possibilità di assenze ingiustificate a macchia di leopardo, che mettano a rischio l'efficienza e lerogazione di servizi fondamentali».
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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