Il diciassettenne aveva pianificato con la fidanzata l'omicidio del papà

Sabato 6 Febbraio 2021
Il diciassettenne aveva pianificato con la fidanzata l'omicidio del papà
LA RICOSTRUZIONE
ROVIGO Una sorta di agguato più che un raptus arrivato al culmine di un litigio. Questa sarebbe la prospettiva nella quale sembrerebbe essere inquadrato l'omicidio di Edis Cavazza, detto Chicco, 45enne, colpito a morte dal figlio 17enne giovedì sera, con un grosso machete che al momento non sembra essere stato trovato dagli inquirenti. Perché l'altro machete, completo di fodero, di marca Cougar Collection, una sciabola di oltre mezzo metro con una lama lunga 47 centimetri e larga 6, è stato invece ritrovato in una delle quattro roulotte del campo dove Edis, la moglie e i numerosi figli vivono da anni, sul margine della Provinciale 4, fra Sant'Apollinare e Ceregnano.
LA PREMEDITAZIONE
E sarebbe stato proprio con il machete rinvenuto che anche la compagna del 17enne, che da qualche tempo viveva insieme a lui e a tutta la sua famiglia in una delle roulotte più piccole, avrebbe minacciato madre e fratelli del compagno mentre lui si accaniva sul padre. È per questo che anche la 26enne Annalisa Guarnieri, nata ad Adria e formalmente residente a Trieste, anche se, appunto, domiciliata in una delle roulotte in via Risorgimento, così come prende il nome la Provinciale in quell'ultimo tratto rodigino, è stata accusata di omicidio in concorso, insieme al giovane compagno.
OMICIDIO AGGRAVATO
Non solo, ma sempre sulla base degli elementi raccolti dagli inquirenti, il sostituto procuratore Maria Giulia Rizzo, cui fa capo il fascicolo, contesta ai due anche l'aggravante della premeditazione. I due machete, infatti, sarebbero stati reperiti proprio con questo fine. E a procurarli, sempre secondo le prime ipotesi, sarebbe stata proprio la 26enne, anche se sulla loro provenienza sembrano essere in corso ulteriori accertamenti. In ogni caso, anche per questo, se il minorenne viene individuato come l'autore materiale del delitto, alla compagna si attribuisce comunque un ruolo fondamentale nella premeditazione del delitto.
ENTRAMBI IN CARCERE
Entrambi sono stati sottoposti a fermo e dopo che sono stati accompagnati e sentiti in Questura, la 26enne, difesa dall'avvocato Sandra Passadore, è stata trasferita nel carcere femminile di Verona, mentre il 17enne, per il quale procede la Procura dei minori di Venezia, nel carcere minorile di Treviso. Per quanto riguarda la dinamica di quanto accaduto, ancora devono essere allineati alcuni dettagli alla luce delle testimonianze raccolte, ma la cornice sembra essere stata chiarita. Nel cuore della notte fra giovedì e venerdì, durante le operazioni di analisi della scena del crimine e di raccolta di reperti e tracce, è stato chiesto anche a uno dei figli più piccoli di Edis, nonché fratello del 17enne omicida, di ripercorrere, letteralmente passo dopo passo, lo svolgimento dell'aggressione.
RINCORSO E UCCISO
Secondo quanto trapela, la tragedia si sarebbe compiuta attorno alle 19.30, dopo che il 45enne era appena tornato dal fare la spesa, quasi atteso dai due. La mancanza di tracce di sangue nelle poche decine di metri che separano le roulotte dalla strada interna dove il corpo senza vita è stato ritrovato, sembra confermare che l'omicidio, dopo che l'azione è iniziata fra le roulotte, si sarebbe poi consumato nel punto esatto in cui è stato trovato il corpo del 45enne, colpito con un unico, violentissimo fendente, all'altezza della scapola sinistra. Un colpo tale da non lasciargli scampo e farlo crollare riverso a terra, mentre, probabilmente, stava cercando riparo dal figlio che lo inseguiva brandendo minacciosamente il machete, di lunghezza pari all'altro, scappando verso una delle vicine abitazioni, senza però riuscire a raggiungerla. Il 17enne e la compagna sono poi fuggiti a bordo dell'auto del morto, un'Opel Zafira diesel grigio metallizzato, immatricolata a Biella e regolarmente assicurata.
LA FUGA E IL FERMO
Una fuga durata qualche ora, tre per la precisione, fino a quando non si sono diretti verso l'abitazione dei parenti di lei, in via Monti a Ceregnano. Una mossa che era stata prevista dalle forze dell'ordine, che infatti erano appostati in attesa e li hanno bloccati entrambi non appena scesi dall'auto.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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