Il demone del gioco colpisce il Polesine

Martedì 29 Settembre 2020
IL PROBLEMA
ROVIGO Quando il gioco picchia duro, non è più un gioco. In Polesine fra scommesse, gratta & vinci, lotterie e macchinette, senza contare l'on-line, un abitante con più di 18 anni nel 2019 ha perso mediamente 463 euro. La somma più alta pro capite per provincia, dopo Prato, Teramo e Como. Di gran lunga la più alta del Veneto, anche prima di Venezia, città del Casinò, ventiduesima su scala nazionale con 393 euro.
Per capire meglio i volumi di gioco, si deve passare a quanto investito in questo ambito, perché la spesa è il risultato fra quanto giocato al netto delle vincite. E si sa, per uno che vince ci sono tanti che perdono. E allora, la raccolta, ovvero i soldi utilizzati per giocare, vedono il Polesine terzo in Italia, dopo Prato e Teramo, con ben 2.042 euro spesi da ciascun abitante maggiorenne, quando la media nazionale è 1.463 euro e quella del Veneto 1.488 euro. E se qualcuno non ha giocato, vuol dire che qualcun altro ha messo sul piatto almeno quattromila euro, perché questo fa dimenticare l'appiattimento delle statistiche. Cifre da capogiro.
UN CAPITALE SPESO
La raccolta totale nel 2019 in Polesine, secondo le secondo le elaborazioni di Avviso pubblico sui dati dei Monopoli di Stato, è stata di ben 415.555.601 euro. Quello che è andato perso, quindi al netto delle vincite, è stato complessivamente 94,3 milioni di euro. Numeri che crescono invisibili e che fra l'altro non tengono conto della fetta sempre più consistente di gioco che avviene on-line, che nello scorso anno ha visto gli italiani giocarsi 36,4 miliardi di euro. Di fronte a simile cifre, sembra abbastanza evidente che quello che per qualcuno è ancora un gioco, per qualcuno è una dipendenza patologica.
Ludopatia il termine ormai entrato anche nel lessico quotidiano che è, come riconosciuto anche dall'Organizzazione mondiale della sanità, una vera e propria malattia con sintomi specifici e ricadute a livello personale, famigliare e sociale. Da anni anche l'Ulss Polesana è impegnata per affrontare questo problema, che ha visto anche i legislatori di Stato e Regione correre ai ripari, come già fatto anche da molti Comuni, compreso il capoluogo con una lunga battaglia che l'ex sindaco Massimo Bergamin considerava una delle sue principali vittorie, per mettere dei paletti all'utilizzo delle macchinette.
UN NUOVO AIUTO
Proprio ieri l'Ulss 5 ha annunciato come, grazie alle sovvenzioni del fondo del Piano regionale sul gioco d'azzardo, insieme alla Cooperativa Terr.A. e in collaborazione con il Comune di Rovigo, da venerdì prossimo, 2 ottobre, aprirà in Polesine il secondo sportello di ascolto, dedicato a tutte quelle persone che pensano di avere un problema con il gioco, i loro famigliari o i volontari di associazioni, che vogliano approfondire il tema.
IL SERVIZIO
«Questo punto di incontro e di aiuto - spiega l'Ulss Polesana - è aperto a tutti e si affiancherà allo sportello già aperto nel Comune di Adria a giugno, dedicato sempre a chi deve affrontare il demone del gioco d'azzardo. Ogni venerdì dalle 16 alle 18, il punto di ascolto sarà ospitato nella sede dell'associazione Nihal di via Cavour 24 a Rovigo, con la presenza di una psicologa professionista che aiuterà e indirizzerà ai diversi servizi specialistici chi ne avesse bisogno. L'accesso al servizio è completamente gratuito e coperto dall'anonimato, obbligatoria è la prenotazione via e-mail a rovigo.gap@coopterra.it o via telefono al 388/3271661 (anche Whatsapp). Gli incontri si svolgeranno nel rispetto di tutte le misure di sicurezza finalizzate al contenimento del contagio da Covid-19».
L'azienda sanitaria aggiunge che «i numeri danno la misura di quanto questo fenomeno possa incidere nella quotidianità e nella qualità della vita di chi si trovi a gestire l'irrefrenabile impulso a giocare e scommettere denaro in piccoli o grandi cifre. Si tratta a tutti gli effetti di una dipendenza comportamentale, quindi senza assunzione di sostanza, ma non per questo meno pericolosa o dannosa. Il giocatore danneggia se stesso, trascinandosi dietro spesso l'intera famiglia».
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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