I sindacati: «Sulle deroghe è necessario il confronto»

Martedì 7 Aprile 2020
I sindacati: «Sulle deroghe è necessario il confronto»
I SINDACATI
ROVIGO Chi esce di casa per lavorare corre maggiori rischi. E nelle grandi realtà industriali i rischi sono maggiori. Forse anche per questo il Polesine, territorio con un numero minore di grandi aziende rispetto alle province limitrofe, ha avuto minori contagi. Su questo fronte, i sindacati confederali tengono alta l'attenzione in particolare sulle richieste di apertura in deroga.
OGGI IL VERTICE
Oggi pomeriggio, il Prefetto di Rovigo Maddalena De Luca ha fissato per le 17 un incontro virtuale per un confronto sulla situazione nell'ambito del settore sociosanitario e sulle case di riposo, così come era stato chiesto dai segretari generali e delle sigle del pubblico impiego e dei pensionati, ma Cgil, Cisl e Uil, tornano a sollecitare anche un tavolo sulle deroghe. «Siamo in fiduciosa attesa spiega il segretario generale Cgil Pieralberto Colombo - di conoscere gli elenchi delle aziende che sono state autorizzate, di quelle che non lo sono state e del confronto su quelle che richiedono valutazioni più approfondite, anche perché i tempi si sono allungati e per tutti noi la priorità rimane la salute. Ci rendiamo conto della situazione di enorme ed epocale difficoltà che stiamo attraversando, ma i lavoratori sono persone, non macchine».
SETTORE METALMECCANICO
Ieri intanto è stata sottoposta una richiesta precisa di confronto sulle quattro realtà metalmeccaniche che, come preannunciato da Mirco Bolognesi delle Uilm, si sono avviate verso la riapertura: la Asfo di Villamarzana, la Colmar Technik di Costa, la Inox Tech di Lendinara e la Zanardo di Rovigo. Ma ci sono dei lavoratori che sono più a rischio di tutti.
COMPARTO SANITARIO
E sono i lavoratori del comparto sanitario. Ieri le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi-Emac, Fassid, Fvm Federazione Veterinari e Medici, Cisl Medici, Anpo-Ascoti-Fials Medici hanno proclamato lo stato di agitazione, non escludendo una giornata di protesta nazionale virtuale, chiedendo fra le altre cose dispositivi almeno Ffp2 per l'assistenza dei pazienti Covid-19, riconoscimenti premiali e piani di assunzioni oltre alla modifica delle disposizioni che escludono gli operatori sanitari dalla normale quarantena in caso di contatti esposti con casi positivi. Un aspetto sollecitato anche dalla Fp Cgil Medici, che pure non rientra, come la Uil Fpl che hanno aderito all'agitazione per non aggiungere tensione a tensione, come spiega il segretario Davide Benazzo, a margine del confronto in videoconferenze che le sigle del comparto locale hanno avuto ieri con il dg dell'Ulss 5 Antonio Compostella.
CONFRONTO CON L'ULSS
«Ci ha illustrato il quadro nel dettaglio spiega - mentre su questo aspetto ha detto che l'Ulss si attiene alle linee guida della Regione». Cristiano Pavarin della Fp-Uil, invece spiega come sia «importante che vengano utilizzati i test sierologici per individuare con immediatezza le situazioni di potenziale rischio fra operatori sanitari e ospiti delle strutture socioassistenziali e intervenire quindi con maggiore rapidità per impedire i contagi». Tuttavia, come ha ripetuto ieri Compostella, «per gli ospedali il rischio zero non esiste perché devono rimanere aperti e continuare a trattare i pazienti anche per altre patologie e, per quanto si possano adottare tutte le massime precauzioni possibili e le misure più accorte, è impossibile abbattere completamente un rischio di contagio interno».
F.Cam.
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