I PESCATORI
PORTO TOLLE Uno scenario di guerra. La Sacca degli Scardovari rasa

Giovedì 14 Novembre 2019
I PESCATORI
PORTO TOLLE Uno scenario di guerra. La Sacca degli Scardovari rasa al suolo come in un bombardamento, oltre cinquanta le cavane distrutte, decine quelle danneggiate: l'80% delle strutture sono state colpite dalla furia delle onde e del vento.
In un'ora, dalle 20,30 di martedì, il maltempo ha distrutto tutto. Disperazione e lacrime tra i pescatori, in tanti hanno perso ogni cosa: impossibile lavorare, impossibile riprendere in tempi brevi.
SCENARIO SPETTRALE
Con le prime luci del giorno l'apocalisse si è manifestata, così come lo strazio dei tanti pescatori e delle decine di persone che ieri mattina si fermavano nelle proprie strutture nella Sacca per constatare i danni. Claudio Natali ha perso tutto: «Trent'anni di sacrifici, ho visto tutto durante la notte, onde di quattro metri che scavalcano la cavana e arrivavano fino all'argine, cose da paura. Non ho più nulla, è tutto distrutto, avrò 60mila euro di danni tra la struttura e il materiale di lavoro. Ho visto con i miei occhi il vento, il tornado prendere la baracca vicina e portarla addosso alla mia». Aggiunge Moreno Boscolo: «Qua ci sono milioni di euro in tutta la Sacca, c'è da disperarsi».
SANTA GIULIA
Si è salvata Santa Giulia, al riparo sulla parte opposta della laguna rispetto a Scardovari. Ivano Moratto, 78 anni, della sua cavana numero 031, non ha più nulla: «Ho perso tutto: sgranatrice, vallo, rullo, verricello, rasche, pompe. È impossibile andare a lavorare, andare a vongole, anche perché nessuno o quasi riesce a raggiungere le barche senza le baracche che fanno da appoggio. Pesco da decenni, non ricordo una cosa di questo tipo».
SUBITO AL LAVORO
Adesso serve un lavoro di pulizia, ci sono sversamenti di idrocarburi, anche se non in quantità, legname, plastiche, materiali di ogni tipo, ma i pescatori ieri erano già sul posto per riportare l'ordine. Paolo Mancin, presidente della Cooperativa Delta Padano, uno dei primi ad intervenire, anche lui ha perso la cavana: «Dal radar si vedeva un vortice a quanto pare: ci ritroviamo con almeno trequarti di strutture danneggiate e distrutte. Tutto questo dopo quello che è accaduto il 29-30 ottobre dello scorso anno, la tempesta del 2 agosto, pazzesco. Abbiamo già interpellato la Regione e intanto ci muoviamo chiamando le imprese per iniziare a pulire e ricostruire. Dobbiamo farci forza e andare avanti, piangere non conta nulla».
FONDI PER RICOSTRUIRE
Si muovono già anche le aziende locali: Bancadria con il direttore di filiale di Scardovari e il vicepresidente Raffaele Riondino erano sul posto ieri dall'alba: «Siamo qua per vedere i danni e per mettere qualcosa a disposizione dei pescatori per ricostruire». Claudio Tajo Pezzolato, 70 anni, da 60 anni in barca, commosso spiega: «Ho costruito la mia baracca dieci anni fa pagandola 45mila euro: ora è distrutta, ho perso tutto il materiale da lavoro, altri 20mila euro, oltre a una barca affondata». C'è chi aveva perso la cavana un anno fa, l'ha ricostruita e se l'è vista distrutta ieri di nuovo, come Polari Pregnolato e l'amico Mirco: «Da dieci giorni avevamo finito di ricostruirla, dovevamo versare a breve i 24mila euro per i lavori: è affondata di nuovo, non ho più parole». Andrea Bonandin che l'anno scorso ha perso la baracca, quest'anno ha avuto quella nuova leggermente danneggiata: «Impossibile, non si può più lavorare così, ogni volta ci sono danni per milioni, è difficile pescare in queste condizioni. Chi fa allevamento di cozze ha perso quasi tutto il materiale da lavoro - aggiunge - e bisognerà vedere come sono i vivai a largo nella Sacca, anche perché da gennaio iniziano a lavorare la semina».
Luca Crepaldi
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