I familiari dei pazienti: «Il disagio era già segnalato»

Sabato 24 Agosto 2019
I FAMILIARI
ROVIGO Clima teso nella riunione fra una cinquantina di familiari dei pazienti dell'Iras e i rappresentanti della struttura, che si è tenuta giovedì pomeriggio. A confrontarsi con i parenti sono stati il direttore generale Giovanni Luca Avanzi e la referente del servizio psicologia Antonella Sadocco. Da parte del presidente del Comitato familiari Alessandro Sasso non arrivano dichiarazioni, per evitare strumentalizzazioni in un momento di estrema delicatezza per tutte le parti coinvolte, anche se ribadisce che «il Comitato sta valutando la costituzione come parte civile nell'eventuale procedimento penale, chiedendo conto dei danni materiali e morali subiti».
DISAGIO DEI PARENTI
Fra l'altro, come emerso nella turbolenta riunione, ci sarebbero state, da parte di alcuni familiari, segnalazioni di disagio ricevute dai parenti ospitati all'Iras per il comportamento tenuto nei loro confronti da qualcuno degli operatori, già prima dell'inizio dell'inchiesta. Fatti emersi di recente, messi nero su bianco nel verbale della riunione del Comitato familiari del 10 maggio che è stato affisso, come tutti i verbali, alla bacheca presente nella struttura. Anche per questo, da parte di qualcuno è arrivata, nel convulso incontro, l'accusa di aver sottovalutato un problema esistente. Oltre alla sospensione cautelare nei confronti delle sette Oss dipendenti dell'Iras, firmata il 14 agosto dal direttore Avanzi, martedì il commissario straordinario dell'Iras Rodolfo Fasiol, al quale proprio con delibera della Giunta regionale del 30 luglio è stato prorogato l'incarico per altri 12 mesi, ha decretato di anticipare di un anno l'assunzione di un coordinatore da assegnare al Centro servizi di San Bortolo, nei piani previsto per il 2020, «dato atto che si sono verificati gravi fatti dì rilevanza penale presso il Centro servizi di San Bortolo che richiedono l'attivazione di urgenti misure di contrasto».
F.Cam.
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