Rapina fasulla, bottino vero

Sabato 18 Maggio 2019
Rapina fasulla, bottino vero
BANDA SMASCHERATA
ROVIGO La rapina non c'è mai stata, ma 65mila euro hanno comunque preso il volo. Quella che era inizialmente apparsa come una rapina brutale, con la giovane dipendente della Mega sala vlt di viale Porta Po aggredita da un uomo con il volto parzialmente coperto da uno scaldacollo e un cappellino, che era poi fuggito con circa 65mila euro arraffati dalla cassaforte che in quel momento era aperta perché la ragazza stava mettendo dentro l'incasso, è stata in realtà una messinscena: si è trattato di un furto e non di una rapina, perché la 22enne moldava, B.C. le sue iniziali, sarebbe stata d'accordo con altri due connazionali, P.N., 29 anni, e R.M., 23 anni, e avrebbe recitato la propria parte in modo che apparisse qualcosa di diverso dalla realtà.
L'INDAGINE
E' questa la conclusione alla quale sono giunti i carabinieri del Nucleo investigativo, che hanno scavato a fondo fin da quando è stato dato l'allarme, attorno alle 5.30 della mattina del 14 settembre scorso: era stata una dipendente della ditta di pulizie a trovare, distesa a terra, priva di sensi, la 22enne. Quella che, anche da una prima visione dei filmati, oltre che dal racconto della giovane moldava, sembrava essere stata una rapina, si era consumata alle 4.45. Dopo l'immediato intervento delle pattuglie del Radiomobile e della stazione, che hanno eseguito i primi sopralluoghi, le indagini sono poi passate all'Investigativo che, come ha spiegato il capitano Nicola Di Gesare che ne è il comandante, sono emersi alcuni elementi che non quadravano, fra le varie versioni della presunta vittima dell'aggressione, nonché della visione attenta dei filmati.
VERSIONI CONTRASTANTI
Il rapinatore, fra l'altro, era stato particolarmente fortunato: aveva trovato la porta principale automatica ancora aperta ed era entrato a colpo sicuro nell'ufficio dove era presente solo la giovane dipendente che stava proprio in quel momento mettendo l'incasso della serata in cassaforte, che per questo era aperta. L'uomo aveva messo i soldi in uno zaino e aveva rubato anche il cellulare della ragazza. Non solo, ma il fantomatico pugno che ha fatto cadere la 22enne a terra svenuta per oltre un quarto d'ora è stato sferrato in una zona non ripresa dalle telecamere. I sospetti iniziali hanno poi avuto dei riscontri, arrivati grazie alle perquisizioni domiciliari a casa della ragazza e dei due connazionali nel corso delle quali sono stati trovati gli indumenti e gli oggetti utilizzati durante la rapina che, a questo punto, è stata riqualificata in furto aggravato. Dei soldi nessuna traccia.
Il quadro che si è delineato ha visto, lo scorso 8 maggio, il sostituto procuratore Maria Giulia Rizzo notificare l'avviso di conclusione indagine ai tre moldavi per furto aggravato in concorso, con la ormai ex dipendente della sala vlt che ha svolto di fatto il ruolo di basista, accusata anche di simulazione di reato. Ma oltre alla finta vittima, al finto rapinatore ed all'uomo che ha fatto da palo, c'è anche un quarto indagato, un 35enne di Polesella, sempre di origini moldave, accusato di favoreggiamento personale, per aver cercato di sviare i carabinieri.
Francesco Campi
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