Centrodestra, la rabbia degli esclusi

Giovedì 18 Aprile 2019
VERSO LE ELEZIONI
ROVIGO La pace fra Lega e Forza Italia pone fine a una sorta di guerra fredda andata avanti per settimane fra i due alleati storici del centrodestra, ma offre il fianco agli attacchi degli esclusi. Tuttavia, anche il gruppo dei sei ex leghisti, espulsi dopo la firma delle dimissioni che ha portato alla caduta di Bergamin, sembra sfilacciarsi e mostrare crepe. Se, infatti, fin da subito Andrea Denti aveva precisato di non avere alcuna intenzione di tornare in pista, sfilandosi dal gruppo, ieri è arrivata anche una vera e propria smentita ufficiale da parte di Fabio Benetti, Luca Gabban, Nicola Marsilio e Giancarlo Andriotto nei confronti di Stefano Raule, le cui dichiarazioni del giorno precedente, precisano i quattro, «sono da intendersi come considerazioni puramente personali e non sono condivise dagli altri ex consiglieri». Per tutti, comunque, il rammarico di un veto imposto sulla loro candidatura dai vertici leghisti.
Raule, dal canto suo, precisa che «non c'era alcun intento di parlare a nome di tutti, le mie erano dichiarazioni personali che ho fatto in coscienza e che ribadisco, smentendo la smentita. Non vado in cerca di una carega, di accordi non ce ne sono e piuttosto di fare qualcosa tanto per fare, preferisco fermarmi qui, con rammarico e con delusione. Ma di una cosa sono convinto: sono e resto leghista fino alla morte e agli amici rimasti in Lega faccio l'in bocca al lupo. Dispiace, però, il veto di una persona che l'ha presa sul personale: ci sono delle cose che non tornano, perché nelle liste della coalizione di centrodestra si trova di tutto, da Antonio Rossini, tosiano, a Mattia Moretto, che era perfino nel Pd e ha firmato insieme a noi».
VETI SULLE PERSONE
Su questo sembra d'accordo anche lo stesso Benetti: «Sono amareggiato dal constatare che quello nei nostri confronti non è un veto di natura politica, ma personalistico. Ci sono delle differenze sotto gli occhi di tutti, a cominciare dal fatto che si è data la possibilità di stare nella lista della candidata sindaco Monica Gambardella ad Antonio Rossini, che era della Lista Tosi, che ha corso contro la Lega e contro Zaia e per la quale, da quanto mi risulta, c'era un veto che non so perché in questo caso si è ignorato. Diverso il discorso su Mattia Moretto, lì le contraddizioni sono casomai interne a Fratelli d'Italia che lo ha accolto in lista».
L'INDIPENDENTE
Anche l'ex consigliere di Obiettivo Rovigo, poi indipendente, Alberto Borella non nasconde il proprio disappunto. «Avevo parlato sia con il commissario della Lega Cristiano Corazzari che con Monica Gambardella, che conosco fin da quando eravamo ragazzi. Mi avevano detto che non c'erano problemi, sono perfino andato alla riunione interna prima della presentazione della lista, avevo già firmato tutto. Poi mi hanno detto che non potevo più presentarmi. E' un'ingiustizia. Non ho ancora visto le liste, ma mi dicono che in quella di Forza Italia c'è Vani Patrese, che ha firmato insieme a me, mentre in quella di Fratelli d'Italia Mattia Moretto, che era stato eletto con il Pd: sono stati usati due pesi e due misure e questo sminuisce il peso di chi guida la Lega a livello locale. Si vede che io con le mie battaglie ho disturbato le lobby di potere che hanno fatto pressione per escludermi».
Francesco Campi
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