CANTIERI A RISCHIO
ROVIGO I numeri degli infortuni mortali sul lavoro, questa

Lunedì 14 Gennaio 2019
CANTIERI A RISCHIO
ROVIGO I numeri degli infortuni mortali sul lavoro, questa volta disegnano un quadro meno grave del consueto e la provincia di Rovigo si presenta come quella dove il fenomeno è stato fortunatamente più contenuto. Eppure il 2018 si era aperto tragicamente, perché proprio il 19 gennaio di un anno fa è morto sul lavoro il 67enne elettricista Adriano Pacella di Rivà di Ariano, caduto da una scala mentre stava eseguendo dei lavori alla ditta Mancin Nadia, la grossa azienda di lavorazione e distribuzione di prodotti ittici. Quella, tuttavia, è rimasta l'unica morte sul lavoro di tutto il 2018, almeno secondo quanto riportato dal rapporto della Regione, che censisce a livello veneto 46 decessi sul lavoro, tutti di uomini, di cui 8 di stranieri. Un terzo dei casi afferisce al settore agricolo, seguito dalle costruzioni.
TRAGITTO PERICOLOSO
Il rapporto prende in considerazione tutti gli infortuni mortali sul lavoro a prescindere dall'indennizzabilità Inail, ma non tiene in considerazione i cosiddetti infortuni in itinere, ovvero quelli in occasione degli spostamenti da e per il luogo di lavoro. È per questo che il numero differisce rispetto al dato dell'Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega, che da gennaio a novembre 2018, conta 113 vittime: 28 a Verona, 19 a Padova e Treviso, 16 a Venezia, 14 a Vicenza, 9 a Belluno e 8 a Rovigo. In ogni caso, nel rapporto non viene contata una morte, indubbiamente consumatasi sul luogo di lavoro, anche se dopo un'agonia di 11 mesi. Quella di Fabrizio Andriotto, spentosi a 55 anni lo scorso agosto all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, dopo che il 4 settembre del 2017 era rimasto gravemente ferito mentre si trovava nel magazzino della Deriplast di Villadose. Da un punto di vista freddamente statistico questo decesso è da aggiungere agli altri 4 che si sono verificati in Polesine nel 2017. Come spiega Giancarlo Negrello, segretario provinciale e componente della segreteria nazionale dell'associazione Unpisi, l'Unione nazionale del personale ispettivo sanitario d'Italia, che rappresenta tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, «l'unico infortunio mortale non può essere letto come un risultato dell'attività dei tecnici ma sicuramente aver arginato un fenomeno infortunistico che è cresciuto in altre province come Verona e Padova, significa che il numero risicato dei tecnici di Rovigo ha fatto un ottimo lavoro. Per lo Spisal di Rovigo il 2018 è stato l'anno più difficile perché sono andati via due tecnici che si sommano ad altri due tecnici ispettori, un ingegnere, una psicologa e due medici persi negli anni. Finalmente però il 2019 è un anno di ripresa perché sono già state identificate diverse figure professionali che si aggiungo alle attuali ed almeno 4 tecnici della prevenzione che andranno a rimpiazzare i colleghi che a vario titolo se ne sono andati».
F.Cam.
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