Giovani senza futuro niente studi né lavoro

Lunedì 24 Giugno 2019
LO STUDIO
ROVIGO Né studenti, né lavoratori. Non più bambini, anche se giovani. Il problema di questa fascia d'età che non cerca lavoro pur non avendo la necessità di impiegare il proprio tempo nello studio, i cosiddetti Neet (Not in education, employment or training, ossia non studenti, non assunti o in formazione), è rilevante, perché dà la misura dello scoraggiamento nella fascia di età fra chi ha più di 14 anni e meno di 30.
L'ALLARME
I numeri dicono che in Polesine questa misura è molto elevata. Se nel 2008 era Neet un giovane su dieci, oggi il numero è doppio: due su dieci non studiano e non lavorano. «Non studio non lavoro, non guardo la tv. Non vado al cinema non faccio sport», cantavano i Cccp nel brano Io sto bene, una sorta di manifesto punk rock. I Neet, in prospettiva, non staranno bene: perché l'inattività è una forma di rinuncia ad affrontare un mondo del lavoro che non offre prospettive, ma che preclude ulteriormente eventuali opportunità. La rilevanza del dato si comprende se si raffronta con quelle che sono le indicazioni che arrivano dai territori vicini: la media del Nord Italia di giovani che non lavorano e non studiano è 15,6%. Quello in Veneto 14,8%. Nella vicina Emilia Romagna il dato è molto simile: 15,4%. In Lombardia, sempre restando al Nord, 15,1%. Fra le province venete, invece, Belluno è addirittura a 11,5%, Padova al 12,5%. Vicenza e Verona sono praticamente appaiate, rispettivamente con il 14,3% e 14,4%, così come Venezia e Treviso, 16% e 16,2%. Rovigo, invece, è al 20,4%. Una media che è più alta anche di quella che fa registrare il Centro Italia, 19,6%.
IL PASSATO
Eppure nel 2007, prima ancora che iniziassero a spirare i venti di crisi, il dato di Rovigo era un lusinghiero 8%, il migliore di tutto il Veneto, la cui media era al 10,1% e quella del Nord al 10,6%. Erano altri tempi, perché la stessa media nazionale, oggi al 23,4%, era al 18,8%. Va detto, comunque, che negli ultimi anni si è comunque assistito a un'inversione di tendenza, con l'annus horribilis del 2016, quando la percentuale di Neet in Polesine ha raggiunto addirittura quota 26,1% a fronte di un 15,6% di media veneta e di 24,3% di media nazionale.
A livello generale, invece, il picco si è registrato fra 2013 e 2014. Solo la Grecia aveva una percentuale di giovani tagliati fuori dai percorsi formativi e lavorativi superiore a quella dell'Italia. Tutte le altre nazioni avevano numeri migliori. Quello che è interessante osservare è come proprio la crisi appaia aver messo più in ginocchio il Polesine rispetto agli altri territori vicini, dal punto di vista delle aspettative, quindi facendo scendere il numero dei ragazzi che intraprendevano un percorso formativo o che si lanciavano nel mondo del lavoro. Anche in questo senso sembra sensato il ragionamento che sta alla base della richiesta della Zes per parte della provincia di Rovigo.
L'OCCUPAZIONE
Oltre che per questo dato di prospettiva sui Neet, che riflette la tendenza generale a considerarsi spacciati ancor prima di intraprendere un cammino occupazionale, anche la fotografia dei dati occupazionali riflette un ritardo del Polesine rispetto al resto del Veneto. Sempre dai dati Istat relativi agli indicatori delle province e città metropolitane italiane all'interno del progetto Misure del benessere dei territori, inserito nel Programma statistico nazionale e aggiornato al 2018, emerge un ritardo che appare strutturale. Il tasso di occupazione delle persone fra i 20 e 64 anni in provincia di Rovigo è del 61,8%, il più basso di tutto il Veneto, dove invece la media è 71,5%, già più basso dell'intero Nord, 72,2%. Paradossalmente, il gap si riduce guardano al dato relativo all'occupazione giovanile. Il tasso di occupati fra i 15 e i 29 anni, infatti, è 39,3% a fronte di una media regionale del 40,9%. Una contraddizione solo apparente, perché questo dato non misura la qualità e la tipologia dell'occupazione, che invece influisce pesantemente su chi getta la spugna e il lavoro smette anche di cercarlo.
Francesco Campi
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