Gaffeo corre a Roma dal ministro per lo stop al carcere minorile

Venerdì 21 Febbraio 2020
Gaffeo corre a Roma dal ministro per lo stop al carcere minorile
GIUSTIZIA
ROVIGO «Abbiamo chiesto un incontro con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Andrò a Roma per chiedergli personalmente lo stop al carcere minorile in via Verdi e l'ampliamento del Tribunale». Il sindaco Edoardo Gaffeo non ha ancora perso le speranze sul fronte dell'ipotesi di fermare l'arrivo dei detenuti minorenni negli spazi dell'ex penitenziario, in procinto di essere riqualificato dallo stesso ministero che in via Verdi ha deciso di investire circa 10 milioni. Il progetto esecutivo per la realizzazione della maxi struttura destinata ad accogliere i detenuti in arrivo da Treviso, come ha spiegato l'altro giorno il presidente del Tribunale Angelo Risi, è già in fase avanzata e tra pochi mesi dovrebbe partire il cantiere. Ora, però, il sindaco ha in mano la mozione del consiglio comunale, votata all'unanimità martedì, che esprime la chiara volontà amministrativa e politica di mantenere il Tribunale in via Verdi facendo spazio all'ampliamento degli uffici nell'area dell'ex carcere.
LE ALTERNATIVE
Se il tentativo di salvare il Tribunale nel cuore del centro storico non andrà a buon fine, l'amministrazione sta lavorando contemporaneamente a un nuovo piano B, questa volta individuato nell'ex caserma Silvestri. L'ipotesi dell'ex Maddalena, dopo le proteste dei commercianti del centro, è stata accantonata. «Ho scritto al Demanio per chiedere lo stato di avanzamento dei lavori relativamente agli Archivi di Stato e Notarile negli spazi dell'ex caserma Silvestri ha sottolineato Gaffeo - anche se ho recuperato della documentazione risalente al 2014 in cui il Demanio respinge una richiesta di acquisizione dell'area avanzata dal Comune di Rovigo. Per il Tribunale, però, servono circa 15mila metri quadri e la parte retrostante all'edificio di via Gattinara è coperto da un vincolo archeologico in quanto Giardini napoleonici. Le probabilità, dunque, che ci possa stare il Palazzo di Giustizia solo limitate da tutti questi vincoli. Senza contare i problemi relativi alla viabilità dell'area che la rende non facilmente accessibile».
La priorità in questo momento, ribadisce il primo cittadino, «è fermare il Minorile in via Verdi, una struttura non adatta alla città e oltretutto difficilmente raggiungibile dalle famiglie dei giovani detenuti, in quanto Rovigo non si trova proprio al centro del Veneto».
Il sindaco, nel caso ci fosse la disponibilità del ministro Bonafede a fermare l'appalto del Minorile, tenterà, se necessario, anche di offrire una struttura alternativa per la realizzazione del nuovo carcere. «Potrebbe trovare posto nell'ex ospedale psichiatrico di Granzette. Non vedo altre strutture in città adatte a un carcere minorile di tale portata come quello che il ministero ha intenzione di realizzare in via Verdi, destinato a ospitare una trentina di ragazzi provenienti da tutta la regione. Nel caso di una risposta negativa del Ministero per entrambe le soluzioni, mi preme sottolineare che la colpa non sarà attribuibile a questa amministrazione, ma all'inerzia di quella che ci ha preceduti».
I Comuni detengono il diritto di prelazione sui beni demaniali, ma nel caso non ci sia un manifestazione di interesse delle relative amministrazioni, il Demanio, scaduti i termini, procede con la vendita o destinazione dell'immobile in questione. Proprio come accaduto, nel 2016, con l'ex carcere di via Verdi.
APPELLO AL GOVERNO
L'ultima speranza, dunque, di assicurare la presenza del Tribunale in centro storico, è in un dietrofront del ministro pentastellato Bonafede sul Minorile, magari facilitato anche dal ministro delle Autonomie Francesco Boccia (Pd) che a Rovigo, qualche giorno fa, ha raccolto sul tema le istanze degli amministratori. Il progetto di ampliamento in via Verdi proposto dall'Ordine degli avvocati, però, non va bene, ha precisato Gaffeo: «Il progettista non ha preso in considerazione aspetti fondamentali come la viabilità e le relative problematiche relative all'intensificarsi del traffico che dovranno rispondere anche alle esigenze di sicurezza del Tribunale. È tutto da rifare. Faremo un'assegnazione tramite un bando anche per quanto riguarda la progettazione».
Roberta Merlin
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