FIUMI IN PIENA
ROVIGO Come un anno fa il Po si ingrossa e fa paura, ma non al

Mercoledì 20 Novembre 2019
FIUMI IN PIENA
ROVIGO Come un anno fa il Po si ingrossa e fa paura, ma non al punto da far scattare allarmi, anche se la situazione resta critica proprio nel Delta, già alle prese con i danni provocati dal maltempo. E, in queste ore, la variabile da tenere maggiormente in considerazione, più della pioggia, è il vento, che se troppo forte e in direzione tale da contrastare il normale deflusso del fiume, potrebbe provocare situazioni critiche nelle zone pericostiere e lagunari.
AGENZIA INTERREGIONALE
Dall'Aipo, l'Agenzia interregionale per il fiume Po, istituita dalle quattro regioni attraversate, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, delle quali è ente strumentale, arrivano sostanziali rassicurazioni. «L' incremento dei livelli del Po si sottolinea nella nota diramata attorno alle 15 di ieri - non ha finora determinato il superamento delle soglie di criticità, se non nella parte terminale del fiume, dove i valori sono prossimi alla soglia 1 di criticità (ordinaria, colore giallo) a partire dalla sezione di Pontelagoscuro e si prevede il superamento della stessa soglia 1 nelle sezioni del Delta, a causa del persistere di livelli di marea sostenuti. Nei rami deltizi saranno tuttavia possibili temporanei superamenti della soglia 2 di criticità (moderata, colore arancione) a causa delle oscillazioni del livello di marea atteso alla foce.
COSTE FLAGELLATE
Dopo le violente mareggiate dei giorni scorsi, in particolare alla Sacca di Scardovari, Aipo sta predisponendo interventi di risistemazione delle opere di difesa danneggiate. La situazione del Po è costantemente monitorata dal personale Aipo in stretto coordinamento col sistema di protezione civile locale e regionale». Proprio dal Centro funzionale decentrato della protezione civile del veneto, sempre nel primo pomeriggio di ieri, si segnalavano «livelli idrometrici stabili oltre la prima soglia di guardia alle sezioni di Ariano sul Po di Goro e Cavanella sul Po di Venezia». Nella giornata terribile del 12 novembre, quando la mareggiata ha spazzato via le cavane nella Sacca di Scardovari, il livello idrometrico del Po a Cavanella era attorno ai 2 metri, ben al di sotto della soglia di criticità gialla, mentre ieri pomeriggio il livello era attorno a 3,50 metri, con la soglia di criticità due che scatta al superamento di 3,70 metri. Ad Ariano, invece, il livello nel primo pomeriggio era 1,94 ma in questo punto di monitoraggio l'allarme arancione scatta quando il livello supera i 2,10 metri.
FIUMI SOTTO CONTROLLO
E se il Po è sorvegliato speciale, altrettanta attenzione viene riversata anche sull'Adige. Sempre la Protezione civile regionale nel proprio bollettino, ieri alle 14, sottolineava come «il livello idrometrico a Verona è sceso al di sotto del primo livello di guardia, mentre alla sezione di Boara Pisani il livello idrometrico è in calo ma permane oltre il primo livello di guardia». Dal punto di vista della situazione regionale, in tutti i bacini idrografici principali del Veneto è scattata l'allerta gialla, ovvero non particolarmente preoccupante, ad eccezione di quello di Livenza, Lemene e Tagliamento, per il quale invece è scattata l'allerta arancione. Nel report si fa presente come per quanto riguarda il Fratta-Gorzone, a Valli Mocenighe il livello è in calo ma ancora superiore al secondo livello di guardia, mentre alla sezione di Stanghella il livello permane superiore alla prima soglia di guardia, con trend in lenta diminuzione. In sostanza una situazione da monitorare ora dopo ora ma che al momento non desta particolari preoccupazioni, se si eccettua l'incognita di quello che potrà ancora avvenire nel Delta, già martoriato. Dove anche il passaggio dell'onda di piena altera l'equilibrio salino delle lagune mettendo in difficoltà la molluschicoltura che in questo momento è già sofferente per il maltempo.
Francesco Campi
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