«Faremo una legge per avere la Zes»

Mercoledì 17 Luglio 2019
«Faremo una legge per avere la Zes»
ZONA ECONOMICA SPECIALE
ROVIGO Una conferma e una proposta lanciata quasi sottovoce, nel caso la situazione non si sblocchi. La conferma è che per l'attuazione della Zes fra Porto Marghera e parte del Polesine non ci sono colori che tengano: lunedì sera, infatti, è stato un incontro rosso, a Stienta, fra i rappresentanti dei circoli Pd e delle Amministrazioni a guida dem dei 16 comuni dell'area individuata dal progetto, alla presenza dei vertici di Cgil, Cisl e Uil, a lanciare un nuovo appello all'unità e a spronare il Governo gialloverde perché deroghi alla previsione normativa che individua il solo Meridione come ambito territoriale per le Zes. La proposta, invece, oltre a quella di definire un documento programmatico da concordare con i sindaci e da approvare nei vari consigli comunali e a quella di dar vita ad un tavolo provinciale dell'economia insieme alle parti sociali, è stata lanciata da Leonardo Raito, sindaco di Polesella e relatore dell'incontro, come mossa estrema nel caso la situazione non si sblocchi: raccogliere le 50mila firme per una proposta di legge che arrivi direttamente in Parlamento.
LETTERA A MATTARELLA
Per ora il tutto, anche in attesa che la lettera inviata dal Prefetto a Mattarella e sottoscritta dai sindaci trovi una risposta, resta solo come ipotesi sullo sfondo, ma sarebbe un passo che davvero metterebbe in luce la volontà di riscatto del Polesine. «L'obiettivo è di lavorare tutti, trasversalmente, per raggiungere questo importante obiettivo», rimarca Raito, relatore dell'incontro, aperto dal saluto del segretario Pd Giuseppe Traniello Gradassi, che ha rivendicato l'impegno del partito a sostegno di «una battaglia territoriale che deve unire e non dividere».
RICADUTE PER L'OCCUPAZIONE
Lo stesso Raito, ha spiegato le normative che regolano l'istituzione delle Zes e, utilizzando larghi passi dello studio della Confindustria, ha sottolineato le previsioni delle ricadute occupazionali e di investimento, spiegando come si attendano insediamenti di qualità e rispettosi dell'ambiente, anche perché le normative regionali mettono un freno al consumo di suolo a favore del recupero delle aree dismesse o sottoutilizzate. «Importante rimarca è anche che venga creata buona occupazione, senza compressione di diritti. Per questo abbiamo voluto invitare al tavolo di confronto, per la prima volta, tutti e tre i segretari provinciali delle confederazioni sindacali delle organizzazioni sindacali».
SINDACATO MOBILITATO
Riccardo Del Lago, per la Uil, ha voluto evidenziare come il sindacato sia disponibile a fare la sua parte in una battaglia che però deve essere rispettosa della qualità e dei diritti del lavoro. Andrea Moscatoba, della Cisl, ha invitato il Polesine a fare squadra e a superare eventuali diverse valutazioni, ma anche a non considerare la Zes come ultima speranza per il territorio, in una fase in cui un grave vuoto di rappresentanza rappresenta l'elemento di maggiore difficoltà per la Provincia. Pieralberto Colombo, della Cgil, ha voluto riprendere parte degli interventi assicurando una piena disponibilità a un dialogo rispetto a una grande opportunità che va governata dal territorio in modo univoco e coordinato, onde evitare errori gestionali. «La Zes è la sottolineatura che arriva da Diego Crivellari, che ha coordinato l'incontro - deve essere una vertenza territoriale che impegna non solo i 16 comuni rivieraschi, ma l'intera provincia di Rovigo, con le istituzioni e i diversi attori economici e sociali. Il comune denominatore che può legare lo sviluppo dell'area di Marghera e quello del Polesine è dato dalla portualità e dall'asta navigabile, tema che continuiamo a ritenere strategico e sul quale ci siamo lungamente impegnati nel corso del nostro mandato parlamentare. Ora è importante che a Roma arrivi una risposta corale da parte del territorio e che si stringano i tempi».
Francesco Campi
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