ESERCIZI PUBBLICI
ROVIGO Centinaia di ristoranti polesani, in questi giorni,

Mercoledì 25 Novembre 2020
ESERCIZI PUBBLICI ROVIGO Centinaia di ristoranti polesani, in questi giorni,
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ROVIGO Centinaia di ristoranti polesani, in questi giorni, stanno facendo una vera e propria corsa contro il tempo per riuscire a ottenere dai mille ai diecimila euro del Fondo ristorazione previsti dal decreto Agosto per la filiera agroalimentare italiana. Il provvedimento, noto anche come Salva Made in Italy, vale infatti 600 milioni da erogare come contributi a fondo perduto per acquistare prodotti di filiere agricole e alimentari italiane.
IL CONTRIBUTO
«Molti ristoratori in queste ore, prima della scadenza del 28 novembre prevista per la presentazione delle domande - spiega Lucia Venturato di Ascom Confcommercio che sta svolgendo attività di assistenza a una trentina di ristoranti del Polesine - stanno cercando di raccogliere le fatture che dimostrino l'avvenuto acquisto, da agosto al 15 novembre, di prodotti Made in Italy, per riuscire a ottenere il contributo a fondo perduto. Del bonus potranno beneficiare non solo i ristoranti, le mense e chi svolge attività di catering continuative (che distribuiscono i pasti in ospedali, scuole e industrie), ma anche gli agriturismo, catering per le cerimonie, banqueting per eventi e gli alberghi che somministrano cibo».
Sono esclusi, invece, i bar. Il beneficiario deve dimostrare di avere acquistato almeno tre differenti tipologie di prodotti agricoli e alimentari e il prodotto principale non può superare il 50% della spesa totale sostenuta. Il contributo non può essere superiore all'ammontare complessivo per gli acquisti, che deve essere superiore ai mille euro ma inferiore a diecimila, esclusa l'Iva. Tra i prodotti dei quali i ristoranti possono richiedere il rimborso ci sono gli alimenti Dop, Igp o 100% italiani, come latte, salumi e carni provenienti da animali nati allevati e macellati in Italia, poi formaggi di latte 100% italiano, olio extravergine di oliva, zuppe di cerali e minestrone con verdure filiera, pasta e riso. Ci sono anche le passate, polpa e pelati di pomodoro, verdura e frutta fresca. Non mancano sughi pronti e i preparati in scatola Made in Italy. Infine, vini Dop e Igp, e aceti balsamici.
CALO DI AFFARI
Prodotti che in buona percentuale sono stati, in questi mesi, acquistati da chi si occupa di ristorazione, ma in parte non utilizzati a causa della chiusura serale delle attività imposta dal Governo e del grosso calo di affari legato alla pausa pranzo data la proroga dello smart working.
«Il Fondo rappresenta sicuramente un aiuto che va ad aggiungersi ai Ristori - riprende il funzionario dell'Ascom - anche se questi ultimi, per una serie di inghippi burocratici, non sono arrivati a tutti gli esercizi pubblici polesani che ne hanno fatto richiesta. Le attività che sono in attesa della prima e seconda tranche di ristori sono fortunatamente poche in Polesine, ma sono situazioni difficili da affrontare in particolare in un periodo in cui le restrizioni per quanto riguarda la ristorazione e i bar continuano a essere importanti».
IL FUTURO
Sul fronte del Natale, l'Ascom si augura un allentamento delle misure per quanto riguarda l'apertura dei pubblici esercizi. «L'attività ridotta del bar - chiude Venturato - si ripercuote inevitabilmente sulla frequentazione delle altre attività. Se in centro non c'è gente, difficilmente i negozi lavorano. Ecco che controlli sulla passeggiata, come quelli avvenuto la settimana scorsa in città, possono ulteriormente peggiorare la situazione del commercio al dettaglio. Un'apertura per il periodo natalizio è di vitale importanza per la maggior parte delle attività e per tutto il tessuto commerciale della nostra provincia».
Roberta Merlin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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