ECONOMIA
ROVIGO Tredici dipendenti della Cna polesana perderanno il posto di

Martedì 24 Aprile 2018
ECONOMIA
ROVIGO Tredici dipendenti della Cna polesana perderanno il posto di lavoro. Due in meno rispetto all'ipotesi iniziale. È quanto previsto dall'accordo siglato al tavolo di crisi della Regione dall'associazione di categoria e dai sindacati Filcams Cgil e Fisascat Cisl. A decidere di accettarlo sono stati gli stessi dipendenti, riuniti in assemblea, a fronte della seppur minima riduzione del taglio, del diritto di prelazione allargato a 18 mesi e dell'introduzione degli incentivi all'esodo: chi deciderà di andarsene, riceverà una buon'uscita. «Non siamo soddisfatti - precisa Franca Beggoao (Cgil) sostenuta da Diego Marcomini (Cisl) - Ci preoccupa anche il futuro di chi resta. Chiederemo un nuovo incontro a tal proposito alla direzione».
IL TAGLIO
Tre licenziamenti individuali erano già scattati a fine marzo e, nello stesso periodo, l'associazione di categoria aveva avviato le procedure di dimissioni per altri 15 dipendenti. Complessivamente un taglio di 18 lavoratori, ridotto solo di due unità con l'accordo siglato in Regione. Chi perderà il posto non è ancora stato individuato, ma, di fatto, rimarrà a casa un quarto del totale dei lavoratori della Cna, che conta su circa 60 dipendenti, divisi nelle varie articolazioni: oltre al corpo principale, il Caf, il patronato Epasa-Itaco e il Centro servizi artigiani polesani, società cooperativa con finalità mutualistiche, il cui scopo principale è quello di acquistare, produrre ed offrire beni, servizi ed occasioni di lavoro ai membri soci a condizioni più vantaggiose di quelle che singolarmente otterrebbero dal mercato.
LA CRISI
La scelta dell'azienda è dovuta alla crisi delle imprese artigiane polesane, che si ripercuote pesantemente sulla Cna. In particolare, a soffrire maggiormente sono i dipendenti del Caf, il centro di assistenza fiscale che si occupa di consulenza e gestione delle pratiche delle piccole imprese associate, che sono sempre meno e che, quindi, rendono sovrabbondante il sistema di assistenza che era stato costruito negli anni per rispondere efficacemente alle loro esigenze.
CALO DELLE IMPRESE
L'emorragia di imprese iscritte alla Camera di Commercio continua senza sosta da anni: il Polesine è al 15esimo posto nazionale fra le province dove è maggiore il calo. A tamponarlo, solo la vitalità degli imprenditori stranieri, il cui numero, invece, continua a crescere. A livello complessivo, secondo i dati di Infocamere relativi al periodo gennaio-settembre 2017, in Polesine le imprese attive sono scese a 24.660 dalle 24.882 del 2016. Un calo netto di oltre 400 unità. Guardando alle imprese artigiane la diminuzione è dalle 6.597 del 2016 alle 6.470 del 2017. Nel 2009 ce n'erano 7.485.
Lo scorso ottobre proprio il presidente della Cna Davide Gazzieri era intervenuto per segnalare questo preoccupante trend: «Nel periodo 20092016 le imprese artigiane della provincia di Rovigo registrano una diminuzione dell'11,5 %, da 7.485 imprese a 6.623, con una contrazione maggiore sia rispetto alla media regionale (-9,5 %) sia rispetto alla media nazionale (-9,2 %), con un effetto dirompente che incide pesantemente nell'economia del nostro territorio». E uno degli effetti, pesantissimo e dirompente, è proprio la crisi della stessa Cna di Rovigo, che per effetto del minor numero di aziende iscritte si vede costretta ad un pesantissimo giro di vite sui propri dipendenti.
Marina Lucchin
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