ECONOMIA
ROVIGO Il tempo passa inesorabilmente e la Zes ancora non si vede all'orizzonte.

Lunedì 23 Settembre 2019
ECONOMIA
ROVIGO Il tempo passa inesorabilmente e la Zes ancora non si vede all'orizzonte. Ora che c'è il nuovo Governo e il ministro per il Sud non è più la grillina Barbara Lezzi ma Giuseppe Provenzano, del Pd, da Venezia riparte la carica per tentare di ottenere in extremis l'istituzione di una Zona economica speciale (Zes) a Marghera, Murano e in Polesine. «Con il ministro Lezzi le abbiamo tentate tutte ma non c'era verso, in realtà non voleva sentir parlare di estendere le Zes anche al Nord» ricorda la parlamentare della Lega Giorgia Andreuzza, nata a Parma, ma veneta doc e residente a Noventa di Piave che.
PARTITA APERTA
L'obiettivo ora è quello di riunire le forze dopo la pausa estiva (le categorie economiche assieme a tutti i sindaci del territorio avevano già inviato più di un appello al Governo gialloverde) e attivarsi col nuovo Governo giallorosso perché ormai ci sono solo meno di quattro mesi a disposizione per portare a casa il risultato. Per l'Unione Europea, infatti, è possibile solo fino al 31 dicembre istituire nuove Zes: un'occasione irripetibile per creare 26 mila nuovi posti di lavoro e favorire 2,4 miliardi di euro d'investimenti. Nel mondo ci sono 2700 Zes (4000 aggiungendo le Zone franche) con 70 milioni di lavoratori e scambi commerciali per 500 miliardi grazie a semplificazioni burocratiche, incentivazione degli investimenti, crediti d'imposta, esenzioni e riduzioni sui contributi previdenziali e assistenziali dei lavoratori.
Anche se i parlamentari veneziani del Pd si sono sempre espressi a favore della Zes, le prime dichiarazioni del nuovo ministro Provenzano non fanno ben sperare: come afferma la parlamentare Andreuzza, «bisogna superare i luoghi comuni in base ai quali qui al Nord va tutto bene. È vero che è più strutturata del Sud, ma serve una grossa boccata di ossigeno anche alle nostre imprese e ai nostri giovani per garantire un futuro».
PIATTAFORMA LOGISTICA
La Zes, per chi la propone, è il primo mattone per creare una piattaforma logistica nell'area di Porto Marghera su 385 ettari di aree libere a Porto Marghera (215) e nella provincia di Rovigo (170). Diversamente dalle altre aree portuali europee, ormai sature, il nodo di Mestre possiede un'area industriale e portuale di oltre 2 mila ettari con vasti siti disponibili per potenziali investitori, dove le attività possono svilupparsi in una logica di sostenibilità ambientale, senza consumo di suolo, coniugando economia con ecologia, nel presupposto della bonifica del territorio.
BUROCRAZIA SNELLA
E tutti i potenziali investitori, anche stranieri, che oggi non si muovono perché impauriti dalle lungaggini e dagli ostacoli burocratici e dalla mancanza di certezze normative, non andranno al Sud se a Marghera non sorgerà la Zes: «Al Sud non ci sono infrastrutture, quindi se non vengono qui se ne andranno all'estero, in Polonia ad esempio - afferma la Andreuzza - E invece il Governo dovrebbe comprendere che, se consentirà di istituire una Zes nel Veneto, i benefici saranno per tutto il Paese e quindi anche per il Sud. Senza contare che i finanziamenti richiesti per partire renderebbero in poco tempo allo Stato molto di più».
RITORNO ECONOMICO
Secondo i calcoli di Confindustria Venezia e Rovigo, che ha lanciato la campagna per la Zes lo scorso gennaio, a fronte di una copertura statale all'operazione di 250 milioni di euro, si genererebbe un gettito (tra Iva, Ires e contributi previdenziali) di 800 milioni l'anno a partire dal secondo anno. «I primi segnali di questo nuovo Governo è che sia poco rappresentativo delle aree produttive - conclude la parlamentare leghista - ma queste partite non vanno perse».
Elisio Trevisan
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