Due schede elettorali spuntano tra le macerie dell'ex stazione dei bus

Domenica 19 Maggio 2019
LA SCOPERTA
ROVIGO Dal cantiere per la demolizione dell'ex biglietteria di piazzale Di Vittorio spuntano due schede elettorali del 2004. Si tratta di due schede di votazione gialle, quelle utilizzate per l'elezione del Consiglio provinciale, quando questo compito spettava ancora agli elettori e non a sindaci e consiglieri come avviene oggi.
DEMOLIZIONE
Il ritrovo è avvenuto giovedì pomeriggio grazie all'occhio vigile di due passanti che, curiosando con lo sguardo oltre le recinzioni per osservare lo stato di avanzamento del cantiere di demolizione, hanno scorto queste due tessere gialle, ancora ben piegate, tra le macerie dell'ex biglietteria. A seguito di questo curioso ritrovamento, increduli, hanno immediatamente avvertito la Polizia Locale per raccontare quanto avevano trovato. Il comandante Giovanni Tesoro, a seguito dei controlli effettuati dai suoi agenti, alla riapertura del cantiere venerdì mattina ha provveduto a recuperare le due schede e a portarle in centrale per metterle al sicuro.
POLIZIA LOCALE
«Ho comunicato il fatto del ritrovamento agli uffici competenti spiega il numero uno della Polizia Locale di Rovigo per cui spetterà a loro decidere cosa fare. Se è strano il ritrovamento? Direi di sì».
SCHEDE BIANCHE
A quanto pare le due schede elettorali non sono votate: nessuno vi ha espresso una preferenza partitica con la tradizionale croce sul simbolo, ma una delle due presenta la firma del responsabile di seggio e anche il timbro del Ministero dell'Interno. Molto difficile che, a distanza di 15 anni, possa aprirsi un ricorso o, persino, un'indagine per stabilire se ci sia stato un qualche tipo di broglio o irregolarità elettorale. Quel che gli inquirenti potranno stabilire, se vorranno, è perché due schede elettorali del 2004 siano state trovate in mezzo alle macerie di un edificio che era chiuso da almeno 17 anni.
LE NORME
Secondo le normative, una volta terminate le operazioni di scrutinio, le schede ed i registri presenti al seggio vengono trasportati all'Ufficio elettorale dell'ente in questione, per cui sarebbero dovute andare in via Celio, e poi tenute dalla commissione elettorale del Tribunale in via Verdi, per eventuali controlli nel caso qualcuno avesse chiesto riconteggio. Infine, dopo un certo periodo di tempo, tutto il materiale avrebbe dovuto essere depositato negli archivi della Provincia. Quel che rende tutto più strano è che le schede, nonostante sia passato molto tempo, non risultavano rovinate in alcun modo.
GLI SFIDANTI
In quella tornata elettorale del 2004, per il rinnovo delle cariche di Palazzo Celio, i due principali rivali erano il presidente uscente Federico Saccardin, all'epoca nell'Ulivo, e Renzo Marangon, a quel tempo maggiore rappresentante di quella Casa delle Libertà che per molti anni ha rappresentato l'intero centrodestra, tranne la Lega Nord. Ad uscire vincente è stato Saccardin, riconfermato alla guida della provincia con il 50,6 per cento dei voi.
A.Luc.
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