Due motociclisti persero una gamba Condannato l'automobilista investitore

Giovedì 12 Dicembre 2019
TRIBUNALE
ROVIGO Un incidente che ha cambiato le vite di due persone, l'avvocato Pierluigi Bonafin e la compagna Michela Dal Bianco, che il 13 maggio dello scorso anno stavano facendo un giro domenicale in moto, una Harley Davidson Dyna, sulla Statale 16, quando attorno alle 12.30, nel tratto fra Canaro e Polesella, all'altezza del Karma Kafè, sono stati colpiti da un'Alfa Romeo Giulietta. Si sono salvati, ma a entrambi è stata amputata la gamba destra. Ieri il 23enne Francesco Italiano, di Portomaggiore, ma residente a Ferrara, che si trovava a giudizio con l'accusa di lesioni personali gravissime, è stato condannato dal giudice Raffaele Belvederi a un anno e 4 mesi di reclusione, con la sospensione condizionale e la non menzione sul casellario giudiziario, oltre alla sospensione della patente per la stessa durata e al pagamento di una provvisionale di 300mila euro immediatamente esecutiva di nei confronti dell'avvocato Bonafin, costituito parte civile, insieme alla compagna, con il collega Enrico Cappato. Una somma che dimostra come il giudice abbia escluso un concorso di colpa del motociclista nell'incidente, come sostenuto anche dall'accusa.
RISARCIMENTI
Nel procedimento penale è stata chiamata in causa anche la compagnia di assicurazioni dell'auto dell'imputato, assistita dall'avvocato Enrico Ubertone. La partita dei risarcimenti, con somme che sono state parzialmente già versate, si chiuderà comunque in sede civile. Nel corso del processo l'avvocato e la compagna sono stati sentiti come testimoni e hanno raccontato nei dettagli come l'amputazione abbia cambiato ogni singolo aspetto della loro vita. Grazie alla forza di volontà e a due costose protesi elettroniche, hanno iniziato a camminare, uscire, spostarsi, ma tutto è cambiato. Hanno spiegato di come, per esempio, attività come lo sci siano un ricordo, che hanno dovuto lasciare la casa perché aveva gradini e scale e non erano più in grado di viverci, che anche per muoversi in macchina hanno dovuto sostenere spese per acquistare auto con il cambio automatico. Una vita in salita che da appassionati della montagna, stanno affrontando con piglio battagliero, senza nasconderne le difficoltà.
Come spesso avviene nei procedimenti sugli incidenti stradali, molto si è giocato sulle perizie. Secondo il consulente della Procura, la Giulietta avrebbe viaggiato a circa 100 chilometri orari con il limite a 90 e avrebbe sorpassato a sinistra la moto che lo precedeva, che aveva messo la freccia a sinistra per immettersi nel parcheggio del Karma Kafè. Il fatto che la freccia fosse innestata, è stato spiegato, risulta dall'analisi del filamento della lampada alogena, deformato come accade in caso di rottura mentre è surriscaldato. La conclusione del consulente è stata chiara: se l'imputato avesse rispettato i limiti di velocità l'incidente non si sarebbe verificato. Secondo il consulente della parte civile, la velocità della Giulietta era addirittura di 178 chilometri orari.
F.Cam.
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