CONSORZIO DI SVILUPPO
ROVIGO Puntare sulla Zes va bene, ma anche una Legge speciale

Martedì 18 Giugno 2019
CONSORZIO DI SVILUPPO
ROVIGO Puntare sulla Zes va bene, ma anche una Legge speciale per il Polesine potrebbe rappresentare un autentico volano di sviluppo per l'intera provincia di Rovigo. La proposta di combinata arriva dal Consvipo, il Consorzio di sviluppo per il Polesine, che rilancia sui temi dell'economia e dello sviluppo del territorio compreso tra Adige e Po. «I dati della decrescita sono preoccupanti e impietosamente sotto gli occhi di tutti, non occorre esser un addetto ai lavori per comprendere la situazione - afferma il presidente Guido Pizzamano - Siamo una delle aree deboli, ma contiamo ben poco anche sul fronte dei numeri in quanto a residenti, oggi solo il 4,8 sull'intera popolazione veneta contro un 5% di un decennio fa con la nostra popolazione che dal 2010 al 2017 è passata da 247.884 abitanti a 236.400 con un decremento di circa 11.500 unità e un saldo migratorio ormai stabilmente negativo».
SITUAZIONE DI DISAGIO
Per Pizzamano si tratta di «un segnale estremamente evidente, indice di una situazione di estremo disagio che si è riversata sul sistema economico, occupazionale e associativo, spingendo i giovani a emigrare verso territori anche limitrofi che permettono migliori possibilità di lavoro e di una vita in linea con le aspettative. Altro dato importante: pur in contrazione di popolazione, abbiamo un tasso di disoccupazione nettamente superiore a quello medio del Veneto, così come l'indice di vecchiaia della popolazione evidenzia come lo spopolamento derivi dall'emigrazione della nostra gioventù. Quella che abbiamo in corso da un decennio circa - incalza il presidente - è la terza grande alluvione del Polesine, di fatto quella più pericolosa perché di lunga durata, si può percepire ma non si vede e per tale motivo viene spesso sottovalutata».
SOSTEGNI COMUNITARI
Un trend negativo che trova conferma anche nei fondi comunitari: «Lo stesso utilizzo dei contributi in arrivo dall'Europa, una delle ultime, vere àncore di salvezza su cui appoggiarsi per sviluppare investimenti e iniziare la risalita, è in caduta a dir poco libera per il nostro territorio che, a partire dalla programmazione europea 2007-2013 per arrivare a quella in corso, è in concorrenza con le altre zone forti del Veneto e perdenti per numeri, dimensioni e strategia», spiega Pizzamano. Di qui la possibilità, anzi forse la necessità di aprire un doppio fronte: a Roma, in sede ministeriale, per la Zona Economica Speciale, e a Venezia, in sede regionale, per attivare una Legge speciale per il Polesine. «La richiesta è pronta per essere inoltrata e verrà discussa con Provincia e sindaci nei prossimi giorni: va ribadito però che non rappresenta in alcun modo un ostacolo alla Zes, su cui siamo tutti d'accordo, l'una non esclude l'altra. Si tratta soltanto - conclude Pizzamano - di giocare due partite fondamentali su due terreni diversi, ma con un solo obiettivo in testa, il Polesine. E con un unico schema di gioco possibile: l'unità di intenti e la coesione di chi scende in campo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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